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La dott.ssa Pagliarini presenta la sua tesi sull’importanza del monitoraggio infermieristico per gli accessi vascolari

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Straordinario a Cremona: donna in emodialisi diventa mamma
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Gentile Direttore,
sono Pagliarini Giorgia, neolaureata in infermieristica. Invio all’attenzione dei suoi lettori la mia tesi sperimentale dedicata all’importanza del monitoraggio infermieristico degli accessi vascolari in emodialisi.

Abstract

Introduzione: L’insufficienza renale cronica terminale è definita dalla riduzione del filtrato glomerulare (GFR) al di sotto dei 15 ml/min e dalla necessità di terapia sostitutiva della funzione renale (Emodialisi, dialisi peritoneale, trapianto renale). Il trattamento emodialitico è la terapia di sostituzione della funzione renale maggiormente prevalente in Italia. La terapia emodialitica si basa sul trattamento di alti volumi di sangue (70/80 l) in un breve intervallo di tempo (4 ore).

Per poter fare questo i pazienti devono avere un accesso vascolare (AV) per emodialisi che garantisca un flusso di sangue adeguato al trattamento emodialitico. Gli accessi vascolari maggiormente utilizzati sono la fistola artero venosa (FAV) e il catetere venoso centrale (CVC). Il loro corretto funzionamento è fondamentale per un’adeguata terapia emodialitica, per cui le linee guida internazionali consigliano di utilizzare strumenti di monitoraggio dell’accesso vascolare in grado di identificare precocemente eventuali problematiche. Al momento, non esistono degli strumenti standardizzati di monitoraggio dell’accesso vascolare. Presso il centro emodialitico dell’ICOT di Latina è stato strutturato un sistema di monitoraggio infermieristico dell’accesso vascolare basato su un sistema di triage. Il monitoraggio infermieristico dell’AV avviene tramite scheda dedicata, che restituisce un punteggio medio, il quale classifica l’AV in un Triage specifico (verde, giallo, rosso)

Obiettivo

Valutare se il sistema Triage dell’accesso vascolare, precedentemente sperimentato, segnala precocemente gli AV ad elevato rischio clinico e verificare se l’intervento correttivo della complicanza dell’AV comporta un miglioramento del Triage.

Materiali e metodi

Per questa tesi si è ricorsi ad uno studio analitico, monocentrico retrospettivo caso controllo. Abbiamo arruolato tutti i pazienti in trattamento emodialitico cronico presso l’ambulatorio emodialitico dell’ICOT di Latina tra gennaio 2021 e luglio 2022 ed abbiamo valutato retrospettivamente il Triage medio mensile, gli odds ratio e tutte le caratteristiche della popolazione. Successivamente abbiamo identificato tutti i pazienti che hanno avuto la necessità di ricovero per complicanze legate all’AV e abbiamo analizzato il valore di Triage medio del mese antecedente l’evento, per valutare se il sistema si afferma predittivo. Analogamente, per verificare se la revisione dell’AV, sia o meno risolutiva, abbiamo preso in considerazione il Triage medio mensile del mese successivo all’intervento di correzione della problematica dell’AV.

Risultati

La popolazione, in esame, è composta da 80 pazienti, di cui 15 hanno avuto la necessità di revisione dell’AV.

Prendendo in considerazione questo gruppo, definito gruppo caso, abbiamo identificato le seguenti caratteristiche:

  • età media dei pazienti 65 ±12 anni;
  • comorbidità, quali il diabete mellito n. 4, ipertensione arteriosa n. 8, entrambe n. 4;
  • tipologia di accesso vascolare, 14 FAV e 1 CVC;
  • durata in minuti della dialisi, 4/15 effettuano un trattamento di 240 minuti, 9/15 di 210 minuti e 2/15 di 180 minuti;
  • da quanto tempo si sottopongono al trattamento dialitico, anno modale 2021.

Dei 15 pazienti ricoverati per problematiche dell’AV, nel mese precedente il ricovero, il 40% aveva triage rosso, il 53% triage giallo e 7% triage verde (p:0.04). Dopo revisione lo score medio del triage migliora divenendo 5,8. In 7 pazienti non si è evidenziato un miglioramento del triage e di questi 5 hanno subito un ulteriore intervento di revisione della AV e 3 hanno perso l’AV.

Discussione

La tesi dimostra che un valore di Triage medio dell’AV ≥ 4 (giallo-rosso) nel mese che precede l’evento identifica gli AV a rischio di complicanze cliniche (93%). Inoltre i valori di Triage nel mese successivo all’intervento di correzione della problematica AV identifica il rischio di nuova complicanza se non significativamente migliorato entro 30 giorni.

Conclusioni

Il Triage dell’AV identifica precocemente gli AV a rischio di complicanze, rilevando alterazioni apparentemente non clinicamente rilevanti e può essere utilizzato per instaurare strategie preventive.

Dott.ssa Pagliarini Giorgia

Tesi: L’importanza del monitoraggio infermieristico per gli accessi vascolari ed identificazione dei pazienti a rischio clinico

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