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Gentile Direttore,
sono Del Gaudio Daniela Laureata in scienze infermieristiche a novembre 2022 presso l’Università degli Studi di Foggia. Vorrei sottoporre all’attenzione dei suoi lettori il mio lavoro di tesi sperimentale dal titolo: “La donazione del sangue cordonale; l’importanza del ruolo infermieristico nella creazione e promozione della cultura del dono “.
Spero di essere riuscita a mettere in luce un argomento a mio avviso interessante che possa attirare l’attenzione dei lettori e allo stesso tempo creare possibilità di riflessione e disegnare nuovi orizzonti anche per la professione.
Abstract
Nell’elaborato di tesi è stato affrontato il tema della donazione del sangue cordonale. Da una analisi dei dati relativa alla letteratura consultata, si evince che la sopravvivenza di molti pazienti affetti da numerose patologie oncologiche, ematologiche, immunologiche e dismetaboliche dell’infanzia e dell’età adulta, dipende dalla possibilità di effettuare un trapianto di cellule staminali da midollo osseo. La difficoltà a reperire per alcuni pazienti un donatore anche nel registro internazionale o la necessità di un intervento terapeutico rapido hanno spinto a ricercare fonti alternative di cellule staminali emopoietiche rispetto al midollo.
Grazie allo spirito di ricerca e le nuove scoperte in materia, nonché le conferme date dai numerosi studi condotti sul tema, l’utilizzo delle cellule staminali emopoietiche contenute nel sangue del cordone ombelicale rappresenta oggi una realtà terapeutica ormai consolidata. Attraverso un attenda analisi è stato possibile inoltre dimostrare la versatilità e la completezza della figura infermieristica che rende possibile il suo inserimento in qualsiasi contesto. Infatti l’azione infermieristica consente di trasmettere all’utenza coinvolta anche una sensibilità di tipo etica che permette di guardare al dono come una opportunità e non come una privazione di una parte di se.
OBIETTIVO
L’obiettivo principale di questo lavoro di tesi parte proprio dalla consapevolezza che l’unico modo per sopperire a questa difficoltà è aumentare e creare delle campagne di sensibilizzazione alla donazione cordonale, reclutando in questo modo il maggior numero di donatrici. Ulteriore finalità dello studio è stata quella di definire e chiarire il grado di informazione delle donne rispetto alla tematica e allo stesso tempo ipotizzare e sviluppare delle strategie di miglioramento.
PROCEDURE DI STUDIO (MATERIALI E METODI)
E’ stata condotta un’indagine conoscitiva su un campione specifico di donne afferenti all’ U.O. di ostetricia- ginecologia dell’ospedale di Lagonegro alle quali è stato somministrato un questionario cartaceo in forma anonima, e un campione generico di donne in età fertile alle quali è stato somministrato il medesimo in formato digitale. Il questionario creato ed elaborato a questo scopo è costituito da due parti, una parte compilativa nella quale veniva chiesto alle intervistate di riportare (età- paese di provenienza – titolo di studio) e una seconda parte costituita da domande a risposta chiusa nelle quali veniva chiesto alle intervistate di esprimere la propria preferenza.
RISULTATI
Alla luce dei risultati ottenuti emerge come le neomamme siano scarsamente informate sull’utilità e sulle modalità di donazione e conservazione di SCO anche se tendenzialmente favorevoli. Dall’ analisi è emerso come la carenza di conoscenze e la mancanza di canali informativi ottimali rappresentino gli ostacoli principali circa il numero delle possibili adesioni ai programmi di donazione.
DISCUSSIONE
Analizzando alcuni dei quesiti centrali dell’intero questionario emerge chiaramente quanto segue: la maggior parte delle intervistate afferma di essere a conoscenza del tema ma non di essere a conoscenza dei percorsi da seguire, da una ulteriore analisi emergono criticità proprio relative alle fonti di informazioni, risulta evidente come il canale informativo sia carente proprio all’interno delle organizzazioni ospedaliere.
In una fase successiva sono stati confrontati alcuni parametri, ovvero l’età e il titolo di studio con uno dei quesiti centrali dell’intero questionario ovvero il quesito numero1, domanda nella quale viene chiesto alle intervistate se siano o meno a conoscenza della tematica. è emerso come questi parametri influenzino il grado di informazione. Questi dati dovranno essere considerati nella elaborazione di strategie di informazione in modo da fornire indicazioni fruibili a tutti, dimostrano inoltre la necessità di implementare le campagne di informazione anche all’interno delle scuole contribuendo in tal modo alla creazione di una solida cultura del dono.
CONCLUSIONI
Il problema centrale è rappresentato dalla mancanza di informazioni. È necessario per tanto creare un protocollo di lavoro chiaro che veda il coinvolgimento di tutta l’équipe assistenziale puntando in primis sulla formazione degli operatori coinvolti. Alla luce di queste considerazioni è stato creato un opuscolo informativo la cui finalità principale è stata quella di rispondere alle incertezze emerse analizzando le risposte ottenute dalle intervistate. Questa potenziale risorsa potrebbe dunque essere utilizzata dal personale coinvolto come da supporto informativo e quindi distribuita all’interno delle unità operative, negli ambulatori, nei consultori di riferimento. Informare si traduce quindi in possibilità concreta di creare conoscenza, che in questo caso ci permette, da un lato di implementare le donazioni di sangue cordonale e dall’altro aumentare la possibilità di cura in soggetti affetti da patologie gravi per le quali il trapianto rappresenta l’unica soluzione.
Dott.ssa Del Gaudio Daniela
Opuscolo: LA DONAZIONE DEL SANGUE CORDONALE
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