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Intentional Rounding: Infermieri e Oss dei reparti di Medicina in stanza del paziente ogni ora per anticipare le sue esigenze

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Intentional Rounding: Infermieri e Oss dei reparti di Medicina entreranno in stanza del paziente ogni ora per anticipare le loro esigenze
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Gli infermieri e gli operatori socio sanitari in servizio presso l’unità operativa di Medicina Generale dell’ospedale di Rho hanno preso parte ad uno studio randomizzato promosso dalla Fondazione FADOI (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) in collaborazione con ANIMO (Associazione nazionale infermieri medicina ospedaliera) e l’Università del Piemonte Orientale.

Saranno complessivamente 25 i reparti di Medicina interna coinvolti, per un totale di quasi 1000 pazienti. Il progetto è stato denominato INTENTO (Intentional Rounding). 

Cosa sono gli Intentional Rounding?

Gli “intentional roundings” sono giri pianificati e condotti a intervalli regolari dallo staff infermieristico e di supporto per anticipare le esigenze assistenziali e di comfort, alberghiero e psicologico, degli utenti ricoverati. Tali propositi vengono raggiunti con una modalità strutturata di fare osservazioni e svolgere attività volte al benessere e al mantenimento della safety del paziente, documentando ciò che è stato fatto con una scheda strutturata ad hoc.

Intentional rounding in medicina generale: 
l’esperienza dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord

Lo studio ha come finalità quella di dimostrare che tale metodologia, che prevede l’intervento proattivo degli infermieri per effettuare controlli sui degenti ad intervalli regolari (di una o due ore) per valutare e rispondere ai loro bisogni assistenziali, garantisca risultati in termini di salute migliori rispetto agli accessi effettuati esclusivamente su chaiamta attraverso il classico campanello.

Presso l’ospedale di Rho, ad oggi, sono in tutto 50 i pazienti che hanno aderito al progetto. L’elaborazione di nuove strategie da parte degli operatori sanitari si rende necessaria in un ambiente estremamente dinamico come quello ospedaliero. Tutto ciò risulta fondamentale per garantire un’assistenza di elevata qualità e basata sulle evidenze scientifiche, oltre che per migliorare il livello di soddisfazione nei pazienti e loro famigliari.

Le persone ricoverate in fase acuta richiedono trattamenti intensivi ed interventi infermieristici spesso complessi. Proprio a causa del loro stato di salute, spesso le richieste possono essere numerose, urgenti e non urgenti.

Cambiare la tipologia di approccio, passando da quello reattivo a quello proattivo sarebbe la strategia vincente per migliorare l’assistenza, secondo quanto riportato in letteratura.

Lo studio che si sta svolgendo si pone come obiettivo quello di valutare l’impatto dell’intentional rounding nella pratica assistenziale, con la consapevolezza dell’importanza delle esperienze dei pazienti come aspetto fondamentale della qualità dell’assistenza sanitaria.

Questo metodo innovativo è ancora poco conosciuto in Italia. Tuttavia sono necessari ulteriori studi per verificarne la potenzialità nel migliorare l’assistenza infermieristica nelle degenze mediche.

Simone Gussoni

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