Dal Blog de il Fatto Quotidiano alcune riflessioni sulla decisione del Governo di innalzare i limiti soglia di inquinamento elettromagnetico.
Harakiri all’italiana: vanificati tutti gli appelli alla prevenzione del danno; sconfessato persino il principio Alara, riconosciuto a livello internazionale, che prescrive di rendere ragionevolmente basse le irradiazioni. Dalla vigilia di Capodanno il temuto innalzamento dei limiti soglia di inquinamento elettromagnetico è diventato legge. Ha vinto la lobby del 5G, dopo 25 anni di tentativi andati a vuoto con i governi di ogni colore (persino con i tecnici). Uno smacco per la salute pubblica.
L’elettrosmog è il vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio a cui nessuno potrà sottrarsi: adesso temono per la loro vita gli elettrosensibili, dopo che nell’ultima estate è stato sconfessato il riconoscimento nazionale dal ministero della Salute. A questo punto partono i 120 giorni che l’iter prevede durante i quali la Conferenza dei servizi, Regioni e sindaci (ANCI) potranno esprimersi sulla legge contenuta nel Ddl Concorrenza. Diverse Regioni si sono già dichiarate contrarie, così come diversi Comuni.
Il fatto è che al massimo l’opposizione degli enti locali all’innalzamento dei limiti soglia di inquinamento elettromagnetico potrà ottenere solo la certificazione del passaggio al rialzo dagli attuali e cautelativi 6 V/m ai più pericolosi 15 V/m che, come denunciato dai medici di ISDE Italia e Ippocrate.org, nella rilevazione delle 24 ore possono raggiungere livelli di esposizione con picchi diurni fino a 61 V/m. Un vero tsunami elettromagnetico, se si pensa che il caso Radio Vaticana certificò centinaia di malati a 25 V/m. Non solo, perché se l’esecutivo trovasse sponda, potrebbe anche finire a 20-30 V/m.
La beffa s’è poi consumata nel dibattito in Aula. Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia) ha affermato che “più la tecnologia va avanti, più salvaguardiamo la salute dei cittadini”. Un po’ come nei documenti della Camera in cui si legge “aggiornamento dei parametri per la protezione dalle esposizioni a campi elettromagnetici”. Sì, avete letto bene: “protezione”. Cioè aumentare fino a 100 volte più di oggi l’irraggiamento di agenti possibili cancerogeni nell’aria di tutta Italia, per questa classe politica, equivale a proteggere la popolazione. Eppure un altro dossier parlamentare chiariva come non ci fosse alcuna necessità di modificare i parametri vigenti.
La ragione di tutto ciò sta negli affari, pesanti: le Telco risparmiano 4 miliardi di euro in infrastruttura tecnologica; Urso ha reso più allettante e sostanziosa la vendita di Tim al fondo speculativo americano KKR; infine a Catania arriveranno 200 milioni di euro per la costruzione dei chip nell’Etna Valley (roba da 700 nuovi posti di lavoro). Hanno perso i cittadini, hanno vinto loro.
Redazione Nurse Times
Fonte: il Fatto Quotidiano – Blog
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