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Infermieri troppo scortesi e sgarbati: scattano i controlli sulla loro educazione

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Infermieri troppo scortesi e sgarbati: scattano i controlli sulla loro educazione

Gli infermieri, descritti dalla carta stampata generalista come fannulloni, scansafatiche e spietati carnefici che provano piacere ad infliggere il maggior dolore possibile ai loro pazienti, magari facendo a gara a chi usi aghi più grossi per incannulare una vena, ora vengono accusati anche di essere estremamente maleducati con le persone che assistono.

A Treviso sono scattati i controlli sull’educazione e sulla cortesia. I professionisti operanti presso l’Usl della Marca sono tenuti d’occhio da parte della direzione sanitaria.

Sarebbero davvero troppe le segnalazioni dei pazienti e dei loro parenti che si sarebbero lamentati per le risposte poco cortesi ricevute dagli infermieri accorsi al suono del campanello utilizzato per le chiamate d’aiuto.

Tre infermieri dell’Unita Operativa di Geriatria avrebbero già ricevuto un richiamo scritto. Immediata la replica della direzione sanitaria che, di fronte al caposaldo dell’umanizzazione delle cure, non intende transigere. La regola vale per tutti: medici, infermieri, impiegati e operatori.

Sorrisi d’ordinanza e cortesia rappresentano il minimo sindacale.

“Con la riforma Madia chi sgarra rischia il licenziamento. Ed è giusto, se non altro per rispetto nei confronti di chi fa bene il proprio lavoro – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – sappiamo che non è sempre semplice avere il sorriso stampato in faccia. Ma i problemi di altra natura vanno tenuti fuori dal lavoro. Il nostro è un servizio alle persone che stanno male. Non va mai dimenticato”.

Secondo l’Usl della Marca, per migliorare la qualità dei servizi e la soddisfazione dell’utenza occorre intensificare i controlli sui dipendenti.

Sicuramente un intervento più semplice ed economico da attuare rispetto all’assunzione del personale mancante nella maggior parte dei reparti ospedalieri italiani, ma siamo sicuri che sia davvero la soluzione giusta?

Simone Gussoni
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