ROMA – Gli infermieri italiani sono sottopagati: per certi versi quanto dichiarato dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, durante la trasmissione “Mi Manda Rai Tre”, domenica scorsa, non fa notizia.
Perché la questione di una professione sanitaria sottopagata (quella infermieristica, appunto) è vecchia come il mondo.
Ma ripeterlo, anche attraverso platee televisive nazionali, dovrebbe servire a scuotere i decisori di questo Paese: gli infermieri non possono, a seconda dei momenti, essere “eroi” in prima linea in questa pandemia da coronavisrus e, appena la situazione emergenziale si allenta, tornare nell’oblio con tutte le criticità che da tempo sono, loro malgrado, compagne di viaggio.
Le dichiarazioni di Cartabellotta, per certi versi, hanno rappresentato quello che nel calcio è un assist per segnare un gol a porta vuota: gli infermieri italiani sono sottopagati, ha ribadito il presidente della Fondazione Gimbe e quelle parole, riprese dal conduttore della trasmissione, il giornalista Federico Ruffo, sono state servite su un piatto d’argento alla presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche, Barbara Mangiacavalli.
Il pubblico da casa è lì pronto ad ascoltare una risposta probabilmente ovvia da parte della presidente della Fnopi (“è vero, gli infermieri italiani sono sottopagati, oltre che sottodimensionati rispetto agli standard europei”) ed invece la Mangiacavalli si produce in una spiegazione che dice tutto e niente:
“Gli stipendi degli infermieri sono bassi perché sono contestualizzati nella pubblica amministrazione italiana. E’ tutta la pubblica amministrazione, forse, dal punto di vista stipendiale, poco attrattiva nel nostro Paese”.
Così, per restare all’immagine calcistica, la Mangiacavalli manda alle stelle la palla per fare gol.
Un’occasione mancata, dalla presidente della Fnopi (che rappresenta, va ricordato, 450mila infermieri italiani), per rivendicare un giusto riconoscimento economico e professionale per i suoi colleghi.
E’ vero che la Fnopi è un’Ente di diritto pubblico, quindi non svolge attività sindacale ma quanto altre occasioni televisive capiteranno per far sentire la propria voce (con garbo e misura)?
Insomma la Mangiacavalli, a nostro modesto avviso, ha perso un’altra opportunità per far sentire la voce degli infermieri italiani.
Ha scelto di girare al largo dall’argomento salariale, quasi per non disturbare il “manovratore”. Perché oggi si rappresentano gli infermieri italiani, domani chissà.
Salvatore Petrarolo
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