Dopo le promesse degli ultimi mesi, rispetto a nuove assunzioni di personale per fronteggiare i turni in situazioni di emergenza come quella con cui ci troviamo di nuovo a fare i conti, Regione Lombardia, Governo, Aziende Sanitarie, non hanno fatto seguire atti concreti alle parole.
O meglio per essere più precisi una decisione è stata presa, al fine di avere a disposizione personale,
Regione lombardia ha disposto una “quarantena a scacchiera” nell’arco delle 24 ore per gli operatori sanitari.
Di cosa si tratta? Semplice, anche il contatto stretto di un positivo (anche familiare) può recarsi a lavoro adottando tutte le misure di contenimento al contagio e diffusione del virus; salvo poi nel momento in cui il turno finisce, attenersi per le attività extralavorative alla norma nazionale che prevede per il contatto stretto di un positivo quarantena e isolamento.
Quanti rischi porti con se questa scellerata proposta sia a discapito del professionista stesso, dei suoi collegi, dei suoi parenti è facile comprenderlo.
Viene da chiedersi a questo punto, cos’altro dovranno sopportare infermieri e personale sanitario.
Dopo mesi in cui la loro figura è stata deprofessionalizzata e sfruttata, devono anche subire la privazione di ciò che per altri professioni e per altri cittadini è un diritto.
Questo modo di reclutare e gestire personale ha il solo risultato di umiliare ed accrescere il malcontento dei professionisti sanitari.
Regione Lombardia invece di distinguersi dalle altre, per aver attivato un processo di tamponi a tappeto e a cadenza regolare al personale sanitario, perché costantemente a contatto con il virus, assume decisioni davvero incomprensibili come questa, dimostrando incoerenza e scarsa diligenza rispetto alle necessità di contenere i contagi. Salvo poi con la massima ipocrisia definire “eroi” donne e uomini che oramai da mesi combattono non solo contro il virus, ma sopratutto contro delle scelte e delle proposte inaccettabili.
Domenico Cauteruccio
Coordinatore aziendale Nursing Up
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