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Infermieri e ferie non godute: la Corte d’Appello ribalta la decisione e condanna la ASL

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La sentenza segna un punto di svolta per i lavoratori della sanità, garantendo il diritto alle ferie e sancendo l’obbligo dell’ASL di rispettarlo

Nella contesa tra un infermiere e l’Azienda Sanitaria Locale (ASL), il verdetto finale ha cambiato il gioco in favore del lavoratore. L’infermiere aveva avanzato la richiesta di ottenere un’indennità economica in sostituzione delle ferie annuali maturate ma non fruite durante il suo servizio presso l’ASL. Tuttavia, il Tribunale aveva respinto la sua richiesta, costringendolo a rivolgersi alla Corte d’Appello di Roma.

Lo scorso 31 gennaio, la Corte d’Appello ha emesso una sentenza che ha ribaltato completamente la decisione precedente, riconoscendo all’infermiere il diritto al pagamento delle ferie non godute.

Fondamentale per questa decisione sono state le motivazioni fornite dalla Corte di Giustizia europea, considerate decisive per il caso in questione. (Infermieri. 5 milioni di ferie non godute, la Corte di Giustizia condanna l’Italia al risarcimento)[Nome dell’articolo]

La Corte d’Appello ha sottolineato che, sebbene sia lecito limitare il diritto alle ferie retribuite per ragioni di contenimento della spesa pubblica e per esigenze organizzative del datore di lavoro, queste limitazioni non devono impedire il diritto al godimento effettivo delle ferie, in linea con le normative dell’Unione Europea.

Secondo l’interpretazione della Corte, l’articolo 5, comma 8 del Dl 95/2012, che stabilisce la possibilità di negare la monetizzazione delle ferie non godute ai dipendenti pubblici, deve essere applicato nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. In particolare, la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti non può essere sacrificata per ragioni puramente economiche.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che spetta al datore di lavoro verificare e garantire che i dipendenti abbiano effettivamente la possibilità di fruire delle ferie annuali retribuite, invitandoli in modo chiaro e tempestivo a farlo. Nel caso in questione, l’ASL non è stata in grado di dimostrare di aver adempiuto a questo dovere, e quindi è stata condannata a pagare all’infermiere l’indennità prevista dalla contrattazione collettiva.

Questa sentenza rappresenta un importante precedente che potrebbe influenzare le pratiche di gestione delle ferie nei confronti dei dipendenti pubblici e ribadisce l’importanza di garantire il pieno godimento dei diritti lavorativi sanciti dalle leggi nazionali e europee.

Redazione Nurse Times

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