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“Infermieri di famiglia e di comunità”: una nuova figura professionale

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Se i Bandi di Mobilità venissero istituiti con cadenza annuale - la lettera di un infermiere
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Pubblichiamo l’articolo degli Infermieri Coordinatori Regionali CGIL FP Sanità Pubblica e Sanità privata convenzionata, Carmine Gasbarro e Daniele Leone

“Infermieri di famiglia e di comunità“: una nuova figura professionale su cui i Coordinatori regionali della CGIL FP Sanità Pubblica e Privata convenzionata Abruzzo Molise, vorrebbero confrontarsi in un incontro con il FNOPI Abruzzo/Molise e l’Assessore regionale alla sanità Veri’.

Vogliamo poter offrire il nostro contributo nella discussione sul ruolo dell’infermiere di Comunità, una figura professionale che esce dall’ospedale e segue il paziente al suo domicilio, in famiglia, nella sua vita quotidiana, in stretta collaborazione con tutti gli altri professionisti Medici di Medicina Generale, Guardia Medica, Ospedale e con tutti i componenti che fanno parte dell’equipe, e li seguono per tutto il percorso assistenziale con l’obiettivo di intercettare e addirittura prevenire i suoi bisogni di salute, evitare ricoveri inutili, favorire la deospedalizzazione, presidiare l’efficacia dei piani terapeutico-assistenziali, supportare la famiglia in questi momenti delicati della vita di ogni malato/utente.

In sostanza, loro aiutano a migliorare la qualità di vita della persona assistita nel suo contesto personale. Come infermieri e Coordinatori CGIL FP Sanità Pubblica e Sanità convenzionata, vorremmo dare il nostro contributo al tavolo di confronto partendo dai dati sulla popolazione over 65 con patologie croniche o pluri-patologie delle nostre Regioni Abruzzo Molise. Oggi, nella nostra Regione Abruzzo, abbiamo un’elevata percentuale di popolazione over 65, molta della quale presenta malattie croniche e quindi necessita di cure, ma soprattutto riguarda persone che noi riteniamo possono vivere ed essere curate nel proprio domicilio. L’infermiere di comunità e di famiglia lo immaginiamo come qualcuno che garantisce un grande aiuto assistenziale, così come immaginiamo anche altre figure, insieme all’infermiere di comunità – pensiamo al ruolo importante del fisioterapista, professionista che si occupa della riabilitazione ed interviene nel mantenere la funzionalità motoria e nel migliorare le attività motorie del paziente/utente a svolgere in autonomia le attività di vita quotidiana.

Oltre all’infermiere e al terapista, un altro ruolo importante lo rivestono gli OSS, che aiutano i pazienti/utenti complessi a soddisfare i propri bisogni di vita quotidiana, ma possiamo inserire nell’equipe la logopedista, che si occupa del disturbo della deglutizione di cui soffre il 40% degli anziani. etc.

L’ambito delle cure domiciliari sicuramente è il contesto preferenziale in cui perseguire gli obiettivi di salute delle persone e delle famiglie. In assenza di un sistema di cure così concepito nella nostra regione, l’ospedale continuerà ad essere l’unico punto di  accesso al sistema sanitario, con conseguenze negative per la qualità di vita degli assistiti, che potrebbero e preferirebbero essere curati a casa, ma soprattutto il sistema, così come noi coordinatori della CGILFP Abruzzo Molise immaginiamo, eviterebbe di prevenire una serie di problemi organizzativi per la congestione delle attività ospedaliere, e si ridurrebbero notevolmente i costi per il sistema, pensiamo ai ricoveri impropri, ecc. L’infermiere di famiglia e di comunità è un infermiere di riferimento, una guida nei percorsi di salute, un facilitatore, che orienta.

Il rapporto fiduciario, certo, resta quello con il medico di famiglia, ma il cittadino Abruzzese o Molisano, soprattutto nei piccoli comuni di montagna, avrebbe un riferimento in più. Pertanto chiediamo un confronto per far partire questa figura su tutto il territorio Regionale Abruzzese. Per noi è importante prepararci, con l’arrivo dell’autunno, insieme alle USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale, volte a implementare la gestione dell’emergenza sanitaria per l’epidemia da COVID-19 nell’ambito dell’assistenza territoriale, con il compito di gestire a domicilio – consulto telefonico, video consulto, visite domiciliari), a ricevere i pazienti sospetti o accertati Covid-19, che non necessitano di ricovero ospedaliero.

Anche USCA nasce a supporto dei Medici di famiglia, dei Medici di Guardia Medica e dei Medici Pediatri. Da qui la nostra richiesta, come Coordinatori CGIL FP SANITÀ PUBBLICA e PRIVATA CONVENZIONATA, di rafforzare la rete di cure primarie, che sempre più si trova a gestire e coordinare l’assistenza di situazioni complesse, soprattutto legate alla gestione di pazienti affetti da più patologie coesistenti e quadri di complessità clinico-assistenziali.

Dobbiamo lanciare subito questo modello assistenziale infermieristico orientato alla famiglia e alla comunità, un modello la cui necessità è avvertita soprattutto nelle aree interne della nostra Regione Abruzzo – immaginiamo i paesi delle aree interne di montagna dove l’infermiere di comunità e tutta l’equipe così come da noi immaginata, è capace di offrire un contributo chiave nell’ambito delle cure territoriali, soprattutto in quei piccoli comuni distanti centinaia di Km dagli ospedali o dagli altri servizi.

Infermieri Coordinatori Regionali CGIL FP Sanità Pubblica e Sanità privata convenzionata. Carmine Gasbarro- Daniele Leone

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