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Infermieri al TG2: “Solo un aumento retributivo vero può valorizzarci”

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Infermieri al TG2: "Solo un aumento retributivo vero può valorizzarci"
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A ridosso dello sciopero previsto per il 23 febbraio, agli infermieri italiani è stato dato ampio spazio nella puntata di “TG2 Lavori in corso” del 20 febbraio dal titolo “Professione Infermiere”

Gli argomenti trattati sono stati diversi e vanno  dalla scarsa retribuzione alla carenza cronica di personale infermieristico su tutto il territorio nazionale, dall’assenza di personale di supporto negli ospedali a un contratto fermo a 10 anni fa. Ovviamente, non sono mancati alcuni vecchi stereotipi…

“Oggi parliamo di una professione vicino a tutti, quella dell’infermiere”. È così che la conduttrice di “TG2 LAVORI IN CORSO”, Marzia Roncacci, ha introdotto la trasmissione del 20 febbraio 2018. Speciale del noto telegiornale che, a ridosso di uno sciopero potenzialmente importante (VEDI), ha dedicato molto spazio alla nostra categoria e alle sue rivendicazioni.

Il tentativo di informare i cittadini circa il nostro ruolo, da sempre sottovalutato e confuso con altri (per tanti motivi), c’è stato ed è stato molto apprezzato dai professionisti infermieri; anche perché tra i media, spesso troppo impegnati a parlare della classe medica, dare voce ai responsabili dell’assistenza alla persona non è una prassi molto consolidata.

Ovviamente non sono mancati i vecchi stereotipi, quelli davvero duri a morire, che ci sussurrano costantemente da dove veniamo e cosa non dovremmo più essere. Perché parlare di “una professione così importante”, “preziosa” e di “professionisti” ai telespettatori mentre dietro, sullo sfondo, ben visibili, vengono mostrate due allegre signorine in divisa intente a spingere una barella e un’altra che tiene la manina a un paziente… Beh, non trasuda molta credibilità. E confonde le idee, per giunta, in quanto fa domandare a chi guarda: “Davvero per spingere una barella o per tenere la mano a una persona ci vogliono una laurea e un professionista iscritto ad un Albo?”

Infermieri al TG2: "Solo un aumento retributivo vero può valorizzarci" 1

Il fatto di essere definiti Il punto di contatto con il malato, poi… Forse è giunta l’ora che anche questo luogo comune vada in pensione: l’infermiere è il responsabile dell’assistenza generale infermieristica, non è solamente “il braccio” attraverso cui il medico, ben ancorato alla sua comoda poltrona in pelle umana, entra in contatto coi pazienti ed esercita il suo volere insindacabile.

Comunque… Alcuni temi fondamentali sono stati toccati e di questo va dato atto allo speciale del TG2, come quello della retribuzione, della carenza cronica di personale infermieristico su tutto il territorio nazionale, dell’assenza di personale di supporto e di un contratto fermo a 10 anni fa. Tutti i motivi per cui, domani, 23 febbraio, gli infermieri sciopereranno e saranno presenti in piazza Santi Apostoli a Roma.

Dà sempre fastidio parlare di soldi, ma di fatto è quello che poi valorizza, in qualche modo, l’attività che il professionista mette in atto ha subito messo in chiaro la dott.ssa (non presentata come tale) Lia Pulimeno, vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche e presidente dell’Ordine di Roma, ospite in studio. Che ha anche parlato di lavoro usurante, di doppi turni e di insufficienza del personale, tutte tematiche a dir poco fondamentali e da cui si sviluppano molti dei problemi e dello svilimento professionale che attanagliano la categoria.

Poi però la conduttrice l’ha interrotta bruscamente per rivolgersi a alla dott.ssa (non presentata come tale) Silvia Marchei, coordinatrice in terapia intensiva al San Filippo Neri, con una frase che ha fatto letteralmente gelare il sangue ai molti infermieri incollati davanti allo schermo: “Voi siete le persone che state accanto al malato, che quando suona il campanello voi correte, perché questo fate” (vedi gli stereotipi di cui sopra). Forse non sarebbe stato così inutile spiegare alla conduttrice e ai suoi telespettatori che non è di competenza infermieristica correre per rispondere ai campanelli, ma… Chissà, forse la collega Marchei non ha voluto insinuare delle nuove polemiche nella discussione in atto e ha preferito asserire un deciso: “In terapia intensiva non abbiamo campanelli”. Per poi presentare, con professionalità, l’attività della sua unità operativa.

La Roncacci si è poi rivolta al dott. (non presentandolo come tale) Francesco Scerbo, infermiere libero professionista, che ha parlato dell’attività libero professionale (che dice di aver scelto, anche se si dichiara figlio del blocco del turnover) come valida e soddisfacente alternativa lavorativa. Il problema è che la libera professione, ormai da tempo, è utilizzata dalle aziende come una legale forma di sfruttamento degli infermieri: da tutta Italia ci scrivono continuamente di come i “liberi” professionisti vengano in realtà utilizzati, per pochi spiccioli orari (12, 10… ma anche 8, 6 e 4 euro lorde!), come dei veri e propri dipendenti, in turnazione; ovviamente senza alcuna tutela, alcuna indennità, alcun diritto e con la possibilità di essere licenziati in qualsiasi momento.

Situazione, questa, che porta spesso ad una indegna lotta tra professionisti (VEDI) che ha l’obiettivo di accaparrarsi e di mantenere, a tutti i costi, il proprio striminzito e demansionante orticello. Svilendo la propria professione. Mortificandola. Svendendola. Umiliandola. E non denunciando mai per non avere problemi di sorta. Perché è meglio un ovetto scaduto oggi, che una ipotetica gallina grassottella domani.

Ha parlato anche di “vuoto assistenziale in ambito territoriale”, il dott. Scerbo. E qualche motivo ci sarà se gli infermieri fanno fatica a scegliere l’assistenza domiciliare: nel territorio, oggi, c’è una vera e propria giungla fatta di cooperative, associazioni e altre forme di aggregazione finalizzate allo sfruttamento dei lavoratori, che si scannano per accaparrarsi l’utenza e gli appalti. Ovviamente non assumono mai (o quasi) i propri lavoratori in favore della “libera” professione per pochi euro orari e, complice la filosofia di molte Asl che non controllano mai adeguatamente la qualità del servizio erogato, contribuiscono all’instaurarsi di strane situazioni lavorative; dove gli infermieri vengono “obbligati” a fare cose che non sono propriamente di loro competenza, come sistemare la casa, fare da badanti e lavare i pavimenti (riceviamo segnalazioni come questa ogni giorno, VEDI); anche con turni di 24 ore consecutive. Ovviamente i colleghi non segnalano per paura di perdere il posto.

Parlando sempre di cure domiciliari con la dott.ssa (non presentata come tale) Paola Obbia in collegamento da Torino, la presentatrice ha avuto un’altra uscita discutibile, nel tentativo di tranquillizzare i suoi telespettatori: L’infermiere che va a casa va sempre indirizzato dal medico, eh, c’è sempre un medico prima!”. Come per dire: “State tranquilli, non fanno mica di testa loro questi qui, c’è sempre il ‘dottore’ a guidarli e a dirgli cosa fare”. Perché nella mente di giornalisti e cittadini, anche solo immaginare di veder staccato il presunto cordone ombelicale che ci lega ancora e saldamente alla professione medica è impensabile; nonostante l’ausiliarietà ad altre figure non esista più da tanti anni, per gli infermieri (almeno per la legge). Fortunatamente la dott.ssa Obbia ha risposto per le rime: “Questo è un nodo critico rispetto alle possibilità di prevenzione. Perché il fatto che l’accesso all’infermiere e alle cure domiciliari debba sempre essere filtrato dal medico in realtà ostacola tanti cittadini”.

Di carne al fuoco ce n’è stata tanta, quindi. E speriamo che abbia contribuito a smuovere qualche coscienza in più, in previsione dello sciopero di domani. Ringraziamo il TG2 Lavori in Corso per aver dato voce ai rappresentanti della nostra categoria e aver informato circa le nostre rivendicazioni. Anche se ci vorrebbero non proprio dei tempi “televisivi” per parlarne in modo esauriente…

P.S. Per ciò che concerne me e gli altri membri di Nurse Times… Ci troverete in piazza Santi Apostoli (Roma) domattina, dalle 10:00 in poi, per manifestare insieme a tutti gli altri infermieri. Per gli infermieri.

 

Alessio Biondino

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