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Infermiere indagate al San Filippo Neri per maltrattamenti: malasanità o ennesimo attacco mediatico?

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Tre infermiere dell’ospedale romano San Filippo Neri sarebbero sotto indagine per sospetti maltrattamenti nei confronti di un’anziana paziente proveniente dal reparto di rianimazione dello stesso nosocomio.

La donna ha subito un delicato intervento cardiochirurgico e, dopo aver trascorso un periodo nel reparto di terapia intensiva, è stata trasferita nel reparto di cardiochirurgia. I carabinieri dei Nas stanno indagando in seguito alla denuncia ricevuta da parte della figlia in data 7 ottobre.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tre infermiere sarebbero entrare nella stanza della signora durante la sera del 5 ottobre somministrandole un sedativo che l’avrebbe fatta addormentare.

“Sono stata con mia madre fino alle 21.30 – racconta agli inquirenti la figlia – e il giorno dopo, appena arrivata, ho notato che dormiva profondamente e mi sono insospettita”. La conferma è arrivata dalla vicina di letto.

“Verso le 22 – ha riferito la figlia – mia madre, come mi ha raccontato l’altra paziente, è stata avvicinata da tre infermiere di turno che dopo averla offesa e maltrattata le hanno somministrato sedativi che le hanno fatto perdere i sensi, al punto che è dovuto intervenire il medico per eseguire una Tac d’urgenza”.

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Le analisi del sangue effettuate la mattina successiva avrebbero confermato la presenza di benzodiazepine non prescritte da alcun medico nel sangue della donna.

Il commissario straordinario della Asl Roma 1, Angelo Tanese, ha reso noto che “tempestivamente l’azienda ha avviato un’indagine insieme al direttore del reparto. Nei confronti dei tre dipendenti coinvolti è in corso un procedimento per accertare eventuali responsabilità sotto il profilo disciplinare. Per garantire maggiore serenità all’interno dell’ospedale i tre infermieri sono stati temporaneamente collocati in altri servizi”.

Solo la conclusione delle indagini potrà fare chiarezza sull’accaduto determinando se si sia trattato realmente di un caso di malasanità o se si tratti di un ennesimo attacco mediatico ai danni della professione infermieristica.

Simone Gussoni

Fonti: Corriere della Sera

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