L’Associazione Professioni Sanitarie Italiane Legali e Forensi – APSILEF, invia una nota al Direttore Generale al Direttore Sanitario del’ASL 2 Savonese e al Dirigente di Struttura PCPS a causa della criticità modello organizzativo predisposto dal Coordinatore Infermieristico S.C. Medicina 1° ed Ematologia.
Risulta infatti che il Coordinatore Infermieristico S.C. Medicina 1° ed Ematologia Ospedale S. Paolo – ASL 2 Savonese, sottoscrive in data 27/01/2016 un MODU 108 DIMI, Rev. 2 del 01/02/2016 in vigore dal 01/02/2016, che ha come scopo il primary nursing, in relazione al quale risulta doveroso evidenziare quanto di seguito.
“…Le consegne sono lette nella sala riunione, rispettando il silenzio. La lettura delle consegne avverrà solo dall’infermiere che le ha redatte, le altre infermiere si recheranno nelle stanze a controllare le linee infusionali, la postura dei pazienti, lo svuotamento dei pappagalli, e, dove è necessario, il rifacimento del letto vuoto. Il personale O.S.S. riordinerà la sala medicazione con la sanificazione dei piani di appoggio e del lavandino. Inoltre verificherà che ogni computer sia collocato alla postazione corretta e soprattutto collegati a rete…”
Tale disposizione risulta davvero incomprensibile nella parte in cui determina che il personale infermieristico interessato è tenuto a leggere le consegne nella sala riunione rispettando il silenzio, precisando che solo l’infermiere che le ha redatte possa leggerle.
In altre parole, secondo detta disposizione, l’Infermiere che avrebbe redatto le consegne sarebbe tenuto a recarsi in sala riunione per leggere in assoluto silenzio le consegne da lui stesso redatte. Posto che detta affermazione è al limite dell’assurdo, l’intenzione originaria risulta pure confermata dalla disposizione immediatamente successiva che stabilisce che frattanto le altre infermiere sono tenute a recarsi nelle stanze a controllare le linee infusionali, la postura dei pazienti ma anche lo svuotamento dei pappagalli e dove necessario il rifacimento del letto vuoto!
In effetti, anche nel suddetto “verbale riunione” del 22 gennaio 2016 con oggetto “riunione mensile”, viene riportato che “…alle ore 13.40 infermieri e Oss si recano nelle camere, rimuovono le linee infusionali terminate, svuotano i pappagalli, si risponde ai campanelli per soddisfare i bisogni del paziente…”.
A riguardo, si tiene a sottolineare che la “mansione” relativa allo svuotamento dei pappagalli e al rifacimento dei letti vuoti non è propria del professionista infermiere che per normativa ad oggi vigente (D.M. 739/94 e Legge 42/99) non è tenuto a simili attività di tipo alberghiero ed igienico sanitario ritenute “demansionanti” per tale figura professionale ed attualmente rientranti nel profilo professionale OSS, giusto Accordo 22/02/2001 – Gazzetta Ufficiale 19/04/2001 nr. 91.
Oltretutto, come precisato nel medesimo MODU 108 DIMI, il primary nurse assicura la presa in carico di un gruppo di pazienti per tutto il corso della degenza, individuando proprio nella figura professionale dell’infermiere il responsabile dell’accertamento, della pianificazione e della valutazione dell’assistenza infermieristica erogata al gruppo di pazienti a lui assegnato.
Gli infermieri devono basarsi sul contenuto e sulla precisione delle consegne al cambio turno per poter prendere decisioni cliniche e dare priorità al piano di assistenza infermieristica del proprio assistito (Hoban 2003; Wilkinson e Lardner 2013). In questo modo si promuove un corretto passaggio di consegne che porta ad un trattamento corretto. Comunicazioni imprecise, erroneamente omesse, incomplete o parziali possono generare problemi nel riconoscere e prevenire gravi complicanze per il paziente (Anthony et al. 2002; Ebright et al. 2003; Simpson, 2005).
I principali fattori che hanno un impatto sulla sicurezza dei pazienti nel contesto del passaggio di consegne infermieristiche sono:
- la comunicazione verbale,
- l’organizzazione della documentazione scritta,
- il lavoro in team e una cultura basata sulla leadership.
Quest’ultima intesa come un meccanismo per influenzare il comportamento dei partecipanti. Il che indica come il passaggio delle consegne sia una complessa situazione che può creare una condizione di pericolo per l’assistito.
Lo scambio verbale delle consegne infermieristiche durante il cambio turno, consente di verificare, riformulare e integrare le informazioni con gli aspetti non verbali, permettendo una maggiore profondità dei dati oggettivi che non può essere gestito in forma scritta.
Inoltre aiuta l’operatore ad avere in brevissimo tempo un quadro completo della situazione clinica e facilita le funzioni macro-cognitive, ovvero il riconoscimento e l’analisi del problema, con attribuzione di significato e pianificazione dell’assistenza infermieristica. La forma scritta compone le informazioni essenziali per l’accertamento sulla salute del paziente, come ad esempio dati sul progresso, farmaci, grafici, tabelle di osservazione e piani di assistenza infermieristica (Jefferies et al. 2012).
Seppure effettivamente corretta l’argomentazione appena citata, di fatto nel prosieguo del medesimo documento viene però disposto che degli infermieri presenti in ogni turno (tre alla mattina ed al pomeriggio, due di notte) soltanto uno di questi è tenuto a redigere la consegna provvedendo anche alla redazione di quella relativa ai pazienti affidati ad altri colleghi e che lui personalmente non ha in realtà seguito, inducendo in tal modo detto Infermiere al compimento di precisi reati previsti e punti dalla vigente normativa penale in materia di falsità in atti, di contro destinando d’autorità gli altri infermieri allo svolgimento di attività non di propria competenza e pure demansionanti.
Dallo stesso MODU 108 DIMI risulta “…OSS ore 7:15 somministra la terapia per OS e EV e controlla le infusioni in continuo verificando accuratamente tutti i presidi dell’ossigenoterapia e controllando che sul dispositivo kendal siano presenti le iniziali del paziente e la data del posizionamento…” e poi ancora “…sostituisce gli accessi venosi periferici quando necessario o in scadenza… ….Medica CVC, Midline, PICC, Cateteri Arteriosi e ferite chirurgiche in maniera sterile… …Ciascun operatore è referente per un singolo settore, ma resta sempre e comunque responsabile del reparto nella sua globalità, collaborando con gli altri colleghi nell’assistenza a ogni singolo paziente…
…All’arrivo dei medici nel reparto, ciascun referente converrà con il medico del settore di riferimento per metterlo al corrente sulle eventuali problematiche inerenti ai pazienti…”.
Tutte le attività sopra indicate risultano in realtà essere di competenza prettamente infermieristica e non delegabile a personale OSS, giuste precise normative di legge già sopra citate.
Dalle disposizioni contenute nel MODU 108 DIMI – Rev. 2 in oggetto, sono evidenti le difformità riguardanti le competenze della figura professionale dell’infermiere e dell’OSS.
Il personale Infermieristico infatti viene disposto d’autorità ad attività demansionanti e non previste dalle precise normative riguardanti le competenze della professione infermieristica; gli OSS impiegati in attività di esclusiva competenza infermieristica.
Come ormai noto a tutti gli esercenti la professione infermieristica (pertanto anche ai coordinatori infermieristici) l’evoluzione giuridica della professione infermieristica, la crescita delle competenze, l’assunzione di maggiori responsabilità nel processo assistenziale e la maggior presa di coscienza dei propri diritti da parte degli assistiti, hanno modificato l’assetto normativo ed operativo della professione stessa.
Si richiamano a tal proposito il D.M. n. 739/94 (Profilo Professionale dell’Infermiere), L. 42/99 con cui è stato abolito il mansionario e la professione infermieristica viene responsabilizzata e riorganizzata secondo 3 principi cardini: profilo professionale, ordinamenti didattici e codice deontologico; a seguire, la L. 43/2009 in cui viene chiesto il riconoscimento delle competenze proprie del professionista sanitario esperto o specialista, avvalorate dalle ultime e ben note normative attualmente in discussione al Parlamento, come il comma 566 Legge di stabilità dicembre 2015 sul riconoscimento delle competenze avanzate del Professionista Infermiere.
Appare alquanto inverosimile che un Coordinatore Infermieristico attribuisca a personale infermieristico attività non previste da alcuna normativa giuridica professionale come anche dalla dottrina didattica: tanto palesa un evidente demansionamento del personale infermieristico, giusto quanto previsto dall’articolo 2103 c.c. (“ius variandi”).
Nel caso in esame deve ritenersi sussistente il danno all’immagine professionale ed alla dignità personale del lavoratore, connesso al comportamento illecito della parte datoriale.
Secondo giurisprudenza “il demansionamento e la dequalificazione determinano una vera e propria “mortificazione” del lavoratore, lesiva della sua dignità e dell’immagine personale e professionale.
Lo svolgimento di mansioni inferiori influisce negativamente sulla formazione e sulla crescita professionale del dipendente tanto da depauperarne il proprio bagaglio tecnico-culturale fino a limitare gravemente le proprie capacità e possibilità di sviluppo, danneggiando il prestigio, la carriera e la competenza specialistica in un determinato settore” (Corte di Cassazione, Sezione 12 Lavoro Civile, Sentenza del 23 marzo 2005, n. 6326).
Nello stesso MODU 108 DIMI si legge anche che gli infermieri “…Riordinano con sanificazione del piano d’appoggio dei carrelli e chiusura degli halipack…”.
E poi ancora “…alle ore 14:30 gli infermieri A e B provvedono alla sistemazione dei pazienti lato Savona, all’igiene personale, all’eventuale posizionamento dei materassini antidecubito etc… …provvedono alla pulizia dell’unità del malato dei pazienti dimessi e, infine, riordinano il carrello della biancheria…”.
A riguardo, si ribadisce che detti compiti non sono di competenza dei professionisti infermieri (così delineando palesi demansionamenti) ma di competenza del personale OSS.
A tal proposito si riportano di seguito alcune sentenze che motivano l’abolizione di tale attività a carico dell’infermiere.
Con sentenza n. 2771 del 16.02.2012, il Tribunale Civile di Roma, I Sez. Lavoro, nella persona del Giudice dott. Alessandro Coco, convenendo su una monografia sul demansionamento redatta dall’A.A.D.I. ed in particolare sulla mansione di controllo, chiusura e trasporto dei ROT, ha statuito che dette mansioni non riguardano l’infermiere, neppure in caso di carenza di personale.
Ancora, con sentenza n. 5237 del 04.03.2011, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato tutto quanto qui espresso, sottolineando che le circolari ministeriali (e, quindi, ancor più anche quelle ospedaliere) non hanno alcun valore vincolante per i destinatari se non sono conformi alla legge e che grava sullo scrivente della circolare l’onere di indicare la norma fondante il vincolo regolamentare (ex plurimis Suprema Corte di Cassazione, SS.UU., n. 23031 del 02.11.2007).
Ancora le sentenze del Tribunale Lavoro Roma n. 15564 del 03 ottobre 2012, Roma n. 2771 del 16 febbraio 2012; Tribunale Lavoro Cagliari n. 1287 del 16 agosto 2013 hanno visto dichiarare demansionante per gli infermieri la chiusura dei ROT, il riordino degli armadi e dei carrelli e il riassetto del letto.
Come Professionisti Sanitari oltre ad essere indignati da tale documento e ad auspicare una revoca immediata con vaglio di istruttoria di procedimento disciplinare da avviare nei confronti dei soggetti che hanno preso parte alla realizzazione del documento stesso ed alla sua convalida, ci chiediamo su quali Evidence based nursing e linee guida si sono basati i competenti uffici di codesta Spett.le Azienda (Coordinatore Infermieristico, Ufficio Qualità e Governo Clinico, Dirigenza Infermieristica, etc). per la convalida del MODU 108 DIMI in contesto.
Andrea Cataldo
Allegato
Foto: www.asl2.liguria.it
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