Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursing Up.
Cominciamo questo mese di settembre, che si annuncia da subito “caldissimo” in vista di possibili agitazioni dei professionisti sanitari e in virtù delle delicate trattative contrattuali che sembrano ancora lontane dalla svolta sperata, con una accurata indagine che scava a fondo nei deficit irrisolti del nostro Servizio sanitario, analizzando in modo dettagliato i dati del personale Ssn del biennio 2021-2022, partendo dai numeri del ministero Salute e da quelli successivi, messi a disposizione dalla Ragioneria dello Stato.
I numeri non mentono: noi del Nursing Up siamo partiti dalla definizione di “cessati puri”, una terminologia usata proprio nel rapporto del ministero della Salute, che nello specifico indica il numero di coloro che, sulla base di un contratto a tempo indeterminato, lasciano la sanità pubblica, e comprendono il collocamento a riposo per limiti di età, le dimissioni con diritto a pensione e la risoluzione del rapporto di lavoro e infine i licenziamenti.
Ebbene è proprio il ministero che per l’anno 2021 indica nella cifra considerevole di 52.534 professionisti il numero di dipendenti della sanità che abbiamo “perso per strada”, i cosiddetti “cessati puri”, che a loro volta rappresentano il 56% delle cessazioni complessive. Le tabelle del rapporto del Ministero sono chiarissime e vanno analizzate e comprese. Di conseguenza si arriva anche al numero di infermieri dimissionari, estrapolandoli proprio dai dati sopra indicati.
Gli infermieri dimissionari nel 2021, facenti appunto parte del totale dei “cessati puri”, sono compresi tra aziende ospedaliere, aziende ospedaliere universitarie, Irccs, Asl e altre realtà. Nel complesso parliamo di ben 6.953 infermieri che si sono dimessi volontariamente dal nostro Ssn nell’anno in questione.
A questi abbiamo aggiunto, sempre da indagine Nursing Up su più fronti, un’accurata analisi che si rivela peggiorativa, per l’anno 2022, proprio per i professionisti dell’assistenza. Siamo partiti dai numeri della Ragioneria dello Stato, che per il 2022 indicano in 283.939 il numero totale di infermieri (+4.078 rispetto al 2021, grazie a un esiguo numero di assunzioni).
Nursing Up ha poi analizzato i dati degli ordini professionali e delle regioni, che indicano per l’anno in questione una percentuale di circa il 3% di dimissioni volontarie sul totale degli infermieri. Da questi dati emerge che nel 2022 abbiamo perso, per dimissioni volontarie, non meno di 8.500 professionisti dell’assistenza, per un totale di 15.450 infermieri nel biennio in questione.
Dall’analisi Nursing Up, costruita su dati assai attendibili, si evince quindi che gli infermieri sono oggi la categoria della sanità che in assoluto abbandona maggiormente “di sua sponte” la sanità pubblica. Le destinazioni sono i Paesi stranieri e il privato. E poi c’è una percentuale di oltre il 20%, come risulta da nostri ulteriori approfondimenti, che abbandona per sempre il settore della sanità, decidendo proprio di cambiare del tutto vita.
Gli infermieri nutrono oggi scarsissima fiducia che le istituzioni possano cambiare in positivo le cose a breve termine, senza dimenticare che oltre il 40% dei professionisti in Italia ha subito almeno un’aggressione fisica e, di conseguenza, alla luce anche di retribuzioni poco gratificanti, si sente abbandonato a se stesso e si chiede ogni giorno se valga davvero la pena andare avanti.
Redazione Nurse Times
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