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In coma dopo il parto: “l’anestesista non voleva essere disturbata”

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Caterina Viscomi in coma dopo il parto: “L’anestesista non voleva essere disturbata”

Caterina Viscomi é stata vittima di un’assurda vicenda di malasanità presso l’ospedale Pugliese di Catanzaro.

I fatti risalgono al 6 maggio 2014 quando, durante un parto cesareo, la donna soffrii un deficit d’ossigeno in sala operatoria che le provocò danni neurologici gravissimi, tali da causare lo stato vegetativo della paziente.

La neo mamma, medico oncologo, non si è mai svegliata e giace tuttora in stato vegetativo permanente, a causa della particolare sensibilità della collega anestesista Loredana Mazzei, la quale era estremamente disturbata dal suono delle apparecchiature, necessarie per monitorare i pazienti in sala operatoria. Il medico ad ogni intervento aveva l’abitudine di silenziare gli allarmi, che la infastidivano, pertanto non ha potuto rendersi conto della grave ipossia manifestata dalla paziente.

Sul caso venne aperta un’inchiesta, successivamente archiviata durante la quale l’anestesista morì.

Il marito di Caterina ha chiesto che le indagini proseguano e il gip di Catanzaro ha rinviato gli atti alla procura per nuovi accertamenti dai quali sono emersi nuovi particolari che coinvolgono l’anestesista.

Molti suoi colleghi conoscevano la situazione, anche perché sono accaduti episodi che hanno creato enormi difficoltà di gestione del ruolo della collega, nell’ambito pediatrico. La dottoressa Mazzei da diversi anni presentava un quadro clinico contrassegnato da comportamenti ispirati al “misticismo esasperato” al punto che il primario dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Fabrizio Gennari (con il quale il “Pugliese” aveva avviato una collaborazione in data 14 novembre 2012), aveva inviato una email al dottor Mario Verre, primario del reparto di anestesia e rianimazione chiedendo che alla dottoressa Mazzei non venisse più assegnata la conduzione di nessuna delle sedute operatorie afferenti al Centro di chirurgie pediatriche.

Dopo quel richiamo la Mazzei, subì un provvedimento disciplinare che si concluse comunque con una archiviazione, ma con un obbligo: “In sala operatoria doveva andarci con un “tutor”, come supporto psicologico”. Mazzei era stata iscritta nel registro degli indagati il 12 luglio 2014 come unica responsabile delle lesioni celebrali subite dalla signora Viscomi, ma non è stata mai interrogata e sei mesi dopo è morta per cause naturali.

Altre dichiarazioni dei colleghi testimoniano gli atteggiamenti stravaganti dell’anestesista; racconta a verbale la rianimatrice Annamaria Grandi, il 30 giugno 2014: “La Mazzei è emotivamente instabile. Un giorno eravamo entrambe di turno in chirurgia pediatrica e lei, dopo aver preso in braccio un bambino per portarlo in sala operatoria, si inginocchiò davanti ai genitori dicendo: “Siamo tutti nelle braccia degli angeli”. In un altro caso, come ha testimoniato Antonio Raffaele Billa, medico di ostetricia e ginecologia: ” la dottoressa mentre si trovava in servizio nel reparto di chirurgia pediatrica, prima di un intervento, ha poggiato una immaginetta della Madonna sul petto di un bambino e ha invitato la madre a pregare prima dell’intervento, dicendo che se fosse andato male, la Madonna avrebbe portato il figlio in cielo così diventava un angelo”.

Simone Gussoni

Fonti: Il Secolo XIX

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