Home Studenti CdL Infermieristica Il dott. Trulli presenta la tesi “Infermieri ai tempi del covid-19: analisi lavoro stress correlato”
CdL InfermieristicaStudentiTesi di Laurea - NeXT

Il dott. Trulli presenta la tesi “Infermieri ai tempi del covid-19: analisi lavoro stress correlato”

Condividi
Il dott. Trulli presenta la tesi "Infermieri ai tempi del covid-19: analisi lavoro stress correlato"
Condividi

NurseTimes è l’unica Testata Giornalistica Sanitaria Italiana (Reg. Trib. Bari n. 4 del 31/03/2015) gestita da Infermieri, quotidiano divenuto il punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie

Sono numerose le tesi di laurea che arricchiscono il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati nelle professionisti sanitarie di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale ([email protected])

Ogni pubblicazione su NurseTimes è spendibile nei concorsi e avvisi pubblici.

Riceviamo la tesi del dott. Mirko Trulli, dissertata presso l’Università Tor Vergata di Roma.


Gentile direttore di Nurse Times,

sono il dott. Mirko Trulli, laureato presso l’Università di Roma Tor Vergata, sede Poligest SPA – Villa delle Querce.

Vorrei proporre ai suoi lettori il mio lavoro di tesi “Infermieri ai tempi del COVID-19: analisi lavoro stress correlato” con relatrice Prof.ssa Emanuela Soldano e relatore Dott. Guido Lanzara. L’indagine svolta ha lo scopo di valutare lo stress lavoro-correlato (SLC) tra gli infermieri in epoca COVID-19 ed è stata condotta nei vari setting assistenziali di una struttura sanitaria convenzionata con la ASL RM6. Sono stati analizzati i setting di degenza per acuti, riabilitativi e residenziali ed i risultati sono stati comparati con la valutazione svolta dalla stessa azienda sanitaria nel 2016, cioè in era pre-COVID.

ABSTRACT

L’indagine svolta ha lo scopo di valutare lo stress lavoro-correlato (SLC) tra gli infermieri in epoca COVID-19 ed è stata condotta nei vari setting assistenziali di una struttura sanitaria convenzionata con la ASL RM6.

Sono stati analizzati i setting di degenza per acuti, riabilitativi e residenziali ed i risultati sono stati comparati con la valutazione svolta dalla stessa azienda sanitaria nel 2016, cioè in era pre-COVID.

Lo studio iniziato ad agosto 2020 e concluso a novembre 2020 ha utilizzato il   Questionario strumento indicatore INAIL, scientificamente validato e attendibile.

Dai risultati è emersa la presenza di SLC con valore medio, ottenendo valori più gravi per i setting residenziali. L’elaborato ha dunque evidenziato come il nuovo coronavirus possa essere considerato un nuovo e potenziale stressor per gli infermieri.

L’analisi comparativa con i dati del 2016 ha portato a risultati in controcorrente con gli obiettivi iniziali, riportando valori di stress peggiori per il periodo pre COVID-19.

La maggior sensibilizzazione riguardo la fenomenologia dello SLC tra infermieri e gli interventi effettuati dall’azienda si sono rilevati utili a diminuire i valori di stress in epoca pandemica.

PAROLE-CHIAVE

Stress lavoro-correlato, COVID-19, Valutazione dello stress, Infermieri.

INTRODUZIONE E OBIETTIVI

La pandemia ha portato all’adozione di nuovi comportamenti e abitudini sociali che hanno avuto un grande impatto sul piano psicologico, soprattutto per i professionisti sanitari, i quali hanno vissuto in prima persona il propagarsi del virus all’interno di reparti e corsie (1).

Al di là di ogni potenziale rischio presente negli ambienti lavorativi, gli operatori sanitari sono identificabili come la categoria maggiormente esposta al nuovo coronavirus e di conseguenza ad un crescente sovraccarico emotivo ed operativo (2).

La situazione di emergenza ha esposto il personale sanitario a nuovi e potenziali fattori di rischio per lo SLC quali: esposizione al nuovo coronavirus; paura di essere contagiati; paura di contagiare familiari e parenti; contatto con la morte; stigma sociale dovuto all’esposizione della malattia.

Inoltre la pandemia ha portato a sconvolgimenti lavorativi importanti come: prolungamento dell’orario lavorativo; crescente richiesta di reperibilità; attivazione di procedure straordinarie; carenza di D.P.I; aumento della fatica fisica e mentale.

La presenza di stress può condizionare negativamente la qualità assistenziale erogata, influenzando costi ed efficacia degli interventi infermieristici (3). Tutto ciò si traduce in calo della performance, aumento dell’assenteismo, diminuzione della qualità del servizio offerta ed insoddisfazione lavorativa. Effettuare la valutazione dello stress ed agire sugli stressors a cui è sottoposto il personale infermieristico può perciò rappresentare un metodo efficace per prevenire tale problematica.

L’obiettivo dello studio è dimostrare la presenza di stress tra gli infermieri dei setting assistenziali in epoca COVID-19 e, grazie all’analisi comparativa con i dati ottenuti dalla stessa azienda sanitaria in epoca pre-COVID, valutare la presenza di valori di stress maggiori rispetto al periodo precedente alla pandemia.

STRUMENTI E METODI

Lo studio ha utilizzato la metodologia e il Questionario strumento indicatore INAIL (4), contestualizzato in ambito infermieristico. Esso è stato scelto per la sua facilità di utilizzo e comprensione, rispetto della privacy, validità scientifica.

Il questionario è formato da 35 items, divisi in 7 aree:

  • L’area “Domanda” ha analizzato l’ambiente lavorativo nel quale l’infermiere eroga la propria assistenza;
  • L’area “Controllo” ha indagato la libertà di scelta e di azione dell’operatore sanitario all’interno del reparto;
  • L’area “Supporto del Management” fa riferimento al supporto e alle risorse fornite dall’azienda;
  • L’area “Supporto tra colleghi” si riferisce al rapporto dell’infermiere con altre figure sanitarie e colleghi;
  • L’area “Relazioni” indaga aspetti associati all’area precedente, tenendo conto di eventuali conflitti e prepotenze che potrebbero essere fonte di mobbing;
  • L’area “Ruolo” fa riferimento alla percezione che l’infermiere ha dei propri compiti e responsabilità;
  • L’area “Cambiamento” si riferisce al modo in cui il personale viene coinvolto nei cambiamenti relativi all’ambiente lavorativo.

Le aree sono state valutate con una scala di frequenza (costituita dagli indicatori “Mai”, “Raramente”, “Qualche volta”, “Spesso”, “Sempre”) e una scala di accordo tipo Likert (“Fortemente in disaccordo”, “Disaccordo”, “Né d’accordo né disaccordo”, “D’accordo”, “Fortemente in accordo”) che vanno da 1 a 5.

Il questionario permette di identificare i rischi di SLC in:

  1. Irrilevante, per il quale è ottenuto un ottimo livello di prestazione da mantenere;
  2. Basso, per il quale è ottenuta una buona perfomance;
  3. Medio, per il quale sono necessari interventi correttivi;
  4. Grave, per il quale sono necessari interventi correttivi immediati.

Nella fase iniziale è stata formata l’équipe responsabile della valutazione SLC all’interno della struttura. E’ seguita la divisione degli infermieri per gruppi. I questionari sono stati somministrati da una terza persona, responsabile della valutazione SLC all’interno dell’azienda, ed elaborati grazie alla piattaforma online INAIL.

RISULTATI E DISCUSSIONE

Il numero totale di questionari somministrati è stato di 389, mentre i questionari completati e successivamente processati sono stati 297 (con un tasso di risposta del 76 %), di cui 248 appartenenti ai setting di degenza, riabilitativi e residenziali. Dall’analisi delle aree indagate è emerso che:

  • Schermata 2021-04-13 alle 12.51.45.pngIl setting per acuti presenta un rischio SLC minore e può essere considerato il setting che ha ottenuto risultati migliori rispetto agli altri due, dal momento che non è stata riportata alcuna area con rischio SLC grave e presenta il numero più basso di aree con rischio medio, solamente tre (Figura 1);
  • Il setting riabilitativo presenta sei aree con rischio medio, un’area con rischio basso e nessuna area con rischio grave. E’ di conseguenza il setting con il maggior Schermata 2021-04-13 alle 12.52.28.pngnumero di aree con rischio SLC medio (Figura 2);
  • Il setting residenziale presenta un rischio SLC maggiore e può essere considerato il setting che ha ottenuto risultati peggiori, dal momento che presenta un’area con rischio grave, cinque con rischio medio e solamente un’area con rischio basso (Figura 3).

Dall’analisi comparativa con la valutazione SLC del 2016 sono emersi i seguenti dati (Figura 4):

  • Per il setting per acuti il numero di aree con rischio SLC basso è aumentato, mentre si è ridotto il numero di aree con rischio medio e grave;
  • Per il setting riabilitativo è aumentata di una sola unità l’area con rischio SLC basso, mentre è aumentato di quattro il numero di aree con rischio medio. Inoltre le aree con rischio SLC grave sono passate da cinque a zero;
  • Per il setting residenziale è aumentata di una sola unità l’area con rischio SLC basso, mentre sono diminuite di due le aree con rischio medio ed è aumentata di un’unità l’area con rischio grave.

Figura 4: Analisi comparativa della valutazione SLC del 2016 e del 2020

CONCLUSIONI

In tutti i setting è stato ottenuto un rischio SLC medio che richiede l’attivazione di interventi correttivi, dimostrando come il COVID-19 debba essere considerato un nuovo e potenziale fattore di stress per l’infermiere e gli operatori sanitari.

Dai dati emersi è stato dimostrato come la presenza del nuovo coronavirus abbia stravolto gli ambienti ospedalieri, le tempistiche di reparto, le relazioni tra i colleghi e la vita della maggior parte dei professionisti sanitari.

Inoltre si afferma che il supporto tra colleghi, il supporto della struttura lavorativa, il sostegno emotivo e la diffusione di informazioni al personale infermieristico-sanitario possono complessivamente ridurre il rischio di stress lavoro-correlato, come dimostrato dal setting di degenza.

Dall’analisi comparativa con i dati del 2016 sono emersi dei risultati in controcorrente con quanto era stato ipotizzato inizialmente, dimostrando un miglioramento nei setting per acuti e riabilitativo e un peggioramento nel setting residenziale. I risultati ottenuti sono probabilmente influenzati dagli interventi correttivi adottati dall’azienda sanitaria dopo la valutazione dello SLC nel 2016.

E’ inoltre evidente il fatto che ci sia stata una maggiore sensibilizzazione riguardo la fenomenologia dello stress tra infermieri ed operatori sanitari rispetto alla precedente valutazione.

Le principali criticità dello studio sono: mancata valutazione dei fattori economico-sociali; mancata presenza di una valutazione soggettiva del personale infermieristico; mancata randomizzazione del fenomeno analizzato ad altre strutture/reparti.

Perciò da queste criticità si potrebbero ricavare le basi per lo sviluppo di possibili progetti futuri quali:

  • Follow-up dello SLC tra i professionisti sanitari a seguito della seconda ondata di COVID-19;
  • Valutazione dello stress che coinvolga un numero maggiore di professionisti sanitari ed infermieri provenienti da altre strutture o reparti;
  • Studio qualitativo del fenomeno dello stress tra infermieri ai tempi del coronavirus.

Mirko Trulli

Allegato

Tesi “Infermieri ai tempi del covid-19: analisi lavoro stress correlato”

BIBLIOGRAFIA

  1. Ministero della Salute. Che cos’è il nuovo coronavirus. Consultato ad Agosto 2020.Disponibileall’indirizzo: http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228
  • Di Tecco C, Ghelli M, Iavicoli S, Persechino B, Ronchetti M. La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato. Milano: INAIL; 2017.
Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Evento ECM a Bari: "La formazione e gli infermieri nell'università". Video intervista ad Angelo Mastrillo (UniBo)
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Crisi profonda in infermieristica: drastico calo di iscrizioni e boom di posti vuoti nel 2024. Il report

Il report annuale 2024 sulla formazione e l’occupazione nelle 23 professioni sanitarie...

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?
CdL InfermieristicaInfermiere dell’EmergenzaNT NewsSpecializzazioniStudenti

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?

La manovra di Lesser, consistente nell’aspirazione durante l’esecuzione delle iniezioni intramuscolari (IM)...

Anno accademico 2018/2019: 308 posti in più per il CdL in Infermieristica
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Vicenza, ammessi a Infermieristica anche con punteggio 1 al test d’ingresso

La crisi delle professioni infermieristiche si fa sentire con forza nel corso...