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I Fondi Strutturali Europei in favore della sanità delle sette regioni del Sud Italia

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Fondi Strutturali Europei
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L’Accordo di Partenariato è il documento che regola e pianifica l’organizzazione dei Fondi Strutturali Europei in Italia. Viene redatto in concertazione tra istituzioni nazionali, regionali ed europee.

L’UE ha dato adito a una serie di fondi rivolti agli Stati membri con lo scopo di fronteggiare le sfide sanitarie che puntano ad un a ripresa dell’offerta salute verde, digitale e resiliente. Il tutto attraverso il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). Quest’ultimo sostiene lo sviluppo regionale e locale per contribuire al conseguimento di priorità tematiche come rafforzamento della ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione. 

La programmazione 2021-2027 dunque ha previsto ingenti fondi strutturali europei, in Italia, apre scenari concreti sul potenziamento dell’offerta sanitaria nel Sud Italia.  Il cosiddetto programma nazionale Equità nella salute avrà a disposizione 625 milioni di euro a ben vedere le Regioni destinatarie dei fondi sono sette: Molise, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. 

Il documento è stato elaborato all’interno della proposta di Accordo di Partenariato per la Programmazione della politica di coesione 2021-2027 in negoziazione con i servizi della Commissione europea, in particolare nell’ambito dell’Obiettivo strategico di Policy 4 (Un’Europa più sociale e inclusiva), il primo Programma nazionale equità nella salute (PN)  che si vanno a da aggiungere  ai fondi PNRR.

La finalità è di rendere più imparziale l’accesso ai servizi sanitari reale universalità dei servizi.

Le 4 aree sulle quali si possono presentare progettualità sono le seguenti:

  1. contrasto alla povertà sanitaria, 
  2. investimenti per la cura della salute mentale, 
  3. salute di genere, 
  4. rafforzamento dei programmi di screening oncologici.

Nello specifico:

  1. Il primo obiettivo riguarda il contrasto alla povertà sanitaria riducendo le barriere di accesso ai servizi sanitari e sociosanitari per le persone vulnerabili – come migranti o persone senza reddito e fissa dimora – agendo sulla medicina di prossimità e la creazione di Comunità sanitarie capaci di raggiungere la popolazione residente anche al di fuori degli ospedali.
  2. Il secondo ambito riguarda gli investimenti per la cura della salute mentale. Nelle Regioni oggetto del programma vi è un basso numero di strutture psichiatriche territoriali – in Molise n. 1,1 strutture ogni 100.000 abitanti, in Campania e Puglia 1,4, in Basilicata 1,5, in Sardegna 1,7, a fronte di una media di 2,9 nelle restanti regioni e province autonome. Vi è inoltre una scarsa capacità nell’identificazione e presa in carico rapida del paziente, a fronte invece di un ricorso più frequente ai trattamenti sanitari obbligatori, interventi spesso stigmatizzanti per coloro che li subiscono, e ai quali si dovrebbe ricorrere solo nei casi di estrema gravità e urgenza. Attraverso la costituzione di partenariati tra i Comuni e gli enti del terzo settore, si proverà a raggiungere precocemente coloro che sperimentano un disagio mentale, senza – laddove possibile – allontanarli dalla comunità.
  3. La terza priorità riguarda la salute di genere attraverso il potenziamento dei consultori. Se il gold standard prevederebbe un centro ogni 20 mila abitanti, i numeri del Ministero parlano di un centro ogni 65 mila abitanti in Molise e uno ogni 40 mila in Campania, con relativo affaticamento dei servizi spesso indispensabile per la popolazione femminile più suscettibile all’esclusione sociale, come le donne migranti.
  4. Infine, il piano dedica dei finanziamenti al rafforzamento dei programmi di screening oncologici che nel Sud non riescono a raggiungere un numero soddisfacente di utenti.

Redazione NurseTimes

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