Sono circa 50 le sostanze assunte dalle future mamme che possono provocare malformazioni nel bambino.
Fino al 1940 si è ritenuto che l’utero fosse un ambiente protetto per il feto. Oggi si sa invece che quasi ogni farmaco o sostanza chimica somministrata alla madre è in grado di attraversare la placenta. Si stima che le sostanze terapeutiche assunte da una donna in gravidanza e in grado di provocare malformazioni siano circa 50. A volte il danno si vede nel corso della vita del bambino, con effetti sul suo sviluppo neurologico e psicologico che non si comprendono finché non inizia ad andare a scuola.
La statunitense Food and Drug Administration ha catalogato i farmaci in cinque categorie, in base alla loro innocuità (categoria A) o pericolosità (categorie D e X) per l’embrione. Di seguito la tabella delle categorie di rischio stilata dalla FDA.
Ed ecco un elenco delle sostanze farmacologiche pericolose per l’embrione, appartenenti alla cosiddetta categoria X, che vanno sospese immediatamente.
Gli altri farmaci, anche quelli pericolosi della categoria D, vanno invece sospesi solo dopo aver consultato il ginecologo, perché possono essere molto importanti per la cura di varie malattie. Ad esempio, se si sta assumendo un anticoagulante come il Warfarin per una cardiopatia, lo si potrà sospendere solo dopo che il medico curante avrà prescritto un farmaco alternativo. Probabilmente la maggior parte delle medicine in uso fa parte delle categorie B e C, come ad esempio gli ansiolitici, gli antidepressivi e gli antidolorifici, e il loro utilizzo in gravidanza è spesso controverso. Per questo motivo è consigliato rivolgersi al più presto al proprio ginecologo, che potrà fornire risposte più sicure o indirizzare a una consulenza genetica teratologica.
Redazione Nurse Times
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