Gli infermieri e i medici del pronto soccorso e del 118 guidati dalla Società italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu) scendono in piazza il prossimo 17 novembre a Roma, Piazza Castellani, sul Lungotevere Ripa, di fronte alla sede del Ministro della Salute.
Ad un anno di distanza, la SIMEU sollecita provvedimenti urgenti indispensabili a “sanare le attuali difficoltà strutturali del Sistema“.
“E’ passato un anno esatto – afferma il Presidente nazionale Fabio De Iaco – dalla prima volta in piazza di una società scientifica e l’esigenza di ritrovarci in tanti in un evento pubblico per rappresentare – senza delega – le istanze legate alle problematiche della crisi che stiamo attraversando come MEU (medicina di emergenza urgenza), non solo non è cambiata ma sembra essere ancora più forte. Dopo 12 mesi ci ritroviamo ancora ad affrontare quotidianamente una crisi strutturale immensa che pare senza fine. Le problematiche che ci affliggono sono le stesse di un anno fa ma soprattutto non hanno ancora ricevuto tutte le necessarie attenzioni. Alcune situazioni sono probabilmente peggiorate ma abbiamo anche compiuto molti passi in avanti, come SIMEU e come professionisti MEU. La nostra identità è stata sancita in forma di decreto: ora tutti sanno chi siamo, o per lo meno hanno gli strumenti per poterlo sapere. Abbiamo ottenuto maggiore dignità attraverso cambiamenti nelle equipollenze”.
Questi i numeri della crisi denunciati dalla Simeu
Una carenza di personale stimata nei pronto soccorso italiani > oltre 5mila medici e circa 12mila infermieri; un aumento del numero accessi rispetto al numero dei sanitari realmente impiegati, carico di lavoro per singolo professionista > incremento registrato dal 25% al 50%. E ancora, pazienti destinati al ricovero in attesa di un posto letto anche fino a più di 800 al gg in regioni importanti come il Lazio con oltre 600 di essi in attesa da più di 24 ore. I Dimessi dopo aver ottenuto cure direttamente in PS si stima siano più 50% rispetto alla pre pandemia. Aumento della mortalità nell’ultimo decennio in PS a causa del mancato ricovero oltre 100%.
“La medicina di emergenza urgenza non è più una disciplina sconosciuta, i media si occupano regolarmente delle condizioni di lavoro nelle quali operiamo; i cittadini hanno cominciato a capire che le responsabilità di quello che vivono come disservizio non sono imputabili ai professionisti in prima linea. SIMEU si è conquistata la dignità di referente autorevole del mondo dell’emergenza urgenza.
L’emergenza urgenza ha un valore immenso: è la GOLDEN MEDICINE, la medicina che trova la massima espressione nella “golden hour”, nel preziosissimo lasso di tempo definito “della sopravvivenza” che può fare la differenza tra la vita e la morte di un paziente.
Nonostante la dura crisi, pronto soccorso e 118 continuano ad essere i riferimenti primari aperti all’accoglienza – anche sociale – ed al bisogno di aiuto dei cittadini. Salvare la medicina d’emergenza urgenza significa salvare i professionisti, i pazienti, l’intero ssn nella sua forma universalistica, equa e sostenibile. L’invito è rivolto a tutti: medici e infermieri, giovani e meno giovani, specializzandi e professori, pazienti e parenti, amici e famigliari, cittadini. Ognuno ha l’opportunità di fare la differenza”, conclude De Iaco.
Redazione NurseTimes
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