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Giornata internazionale dell’infermiere: “Storie di infermiere che hanno fatto la storia”

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Il collegio Ipasvi di Milano Lodi Monza e Brianza in occasione della Giornata Internazionale dell’infermiere ha organizzato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, il convegno dal titolo “Infermieri: una forza per cambiare – buone politiche per buone pratiche”. Gli argomenti trattati dagli autorevoli relatori intervenuti nella prestigiosa “Sala delle Accademie E.R. Galbiati” hanno raccolto l’attenzione dei 100 discenti partecipanti coinvolgendoli e stimolandoli su tematiche care alla professione: le prospettive di sviluppo occupazionali della professione infermieristica nei vari ambiti ospedalieri ed extra ospedalieri.

Sono state analizzate a beneficio dei tanti giovani colleghi neo laureati intervenuti, nuovi sbocchi occupazionali rappresentati dalle opportunità offerte dal territorio e dall’impiego all’estero.

All’apertura dell’evento il presidente, Giovanni Muttillo ha illustrato la situazione della sanità Lombarda ringraziando il Monsignor Franco Buzzi, presidente della Biblioteca Ambrosiana per l’ospitalità riservata agli infermieri nella giornata a loro dedicata. Il Monsignor Franco Buzzi ha salutato e ringraziato gli infermieri per il grande valore sociale espresso nel loro agire quotidiano.

D'Angelo - Siccardi«Il titolo dell’evento – illustra il presidente del Collegio Giovanni Muttillo – “Infermieri: una forza per cambiare – Buone politiche per buone pratiche” rimanda a un concetto chiave: la professione infermieristica rappresenta una risorsa ingente, determinata, in grado di fare la differenza in termini di qualità dell’assistenza, outcome sanitari e soddisfazione del cittadino. Lo dimostrano numerosi studi scientifici. Ma la volontà non basta. Abbiamo la forza per affrontare il cambiamento, abbiamo le risorse individuali e professionali necessarie per ottimizzare questa fase complessa dell’assistenza italiana, quel che occorrono a questo punto sono le buone politiche: da buona politiche potranno discendere buone pratiche. I nostri occhi sono quindi orientati al futuro, necessariamente. Per questo la Giornata dell’Infermiere è stata dedicata dal Collegio IPASVI MI-LO-MB ai giovani, ai neolaureati che rappresentano la forza del domani. Ma il nostro cuore non può che considerare il passato, e la passione degli infermieri che hanno fatto la storia nei confronti della professione. È un passaggio generazionale del testimone: l’impegno, l’intelligenza e la passione hanno orientato e orienteranno chi ha scelto di vivere l’infermieristica».

Un video dedicato a Marisa Siccardi, Infermiera iscritta all’Albo della provincia di Savona dal 1957. Marisa ha esercitato la professione a tutto tondo, in ambito clinico, organizzativo, didattico, pedagogico, ordinistico senza risparmiarsi nell’attività di volontariato, proseguita anche dopo il collocamento a riposo, in occasione di disastri ambientali e in zona di guerra.

Ideato e realizzato dal collegio Ipasvi di Mi – Lo – MB il video dedicato a Marisa Cantarelli, la prima teorica Italiana dell’assistenza infermieristica, la storia degli infermieri italiani. “Storie di infermiere che hanno fatto la storia”

«Abbiamo deciso – continua Muttillodi festeggiare il giorno degli infermieri in un luogo dal significato simbolico: la biblioteca ambrosiana, tempio della conoscenza e punto di riferimento per un’iniziativa unica, che vede l’incontro tra assistenza a fede, tra cura e religioni, in una serie di eventi sul tema “Insieme per prenderci cura”, in cui le tre fedi monoteiste si confrontano con i grandi temi delle cura, della vita, della malattia e della morte in un’ottica assistenziale. La biblioteca rappresenta quindi il simbolo di un incontro ideale tra professione infermieristica e religioni, deontologia ed etica, per un’assistenza basata sulla persona e cure “umanizzate”, personalizzate sull’individuo». In allegato il Calendario Seminari Prenderci Cura.

«La Giornata Internazionale dell’Infermiere – continua Muttilloquest’anno abbraccia anche l’arte. La Fondazione La Verdi ha infatti deciso di dedicare lo spettacolo di venerdì 15 maggio alla nostra professione. Saremo presenti come infermieri e come Collegio, per ricordare che arte e salute si stringono in un connubio appassionato, dove a vincere è l’uomo, nella sua unicità».

Successivamente sono intervenuti il dott. Aviano Rossi, docente in management sanitario che ha dettagliato nei numeri il processo di definanziamento del sistema sanitario italiano, analizzando la grave situazione economica stringente sui conti delle regioni interessate a risparmiare senza riorganizzare un sistema sanitario che investe poco sull’assistenza territoriale.

La seconda relazione tenuta dal dott. Carlo Orlandi (area ricerca, servizio infermieristico – ospedale San Raffaele, Milano) sugli effetti degli organici infermieristici sugli esiti delle attività sanitarie: una panoramica sugli studi internazionali salute e territorio.

Il dott. Carlo Orlandi nella sua relazione ha evidenziato come la presenza dell’infermiere specialista riduca la durata della degenza e della comparsa delle lesioni da pressione impattando positivamente sugli outcome dei pazienti, soffermandosi sull’importante studio Rn4cast. Lo studio ha prodotto importanti evidenze sull’impatto delle dotazioni organiche, dei livelli formativi e qualità dell’ambiente di lavoro degli infermieri sulla mortalità dei pazienti, sui salvataggi mancati (da una misura di come le organizzazioni sanitarie rispondono ad alcuni eventi che accadono ai pazienti durante la degenza quali polmoniti, shock, arresti cardiaci, per cui è mancata la tempestività d’azione aumentando il rischio di morte del paziente), sulla qualità dell’assistenza e sulla soddisfazione dei pazienti, per cui avere più infermieri preparati significa dare più sicurezza ai pazienti.

La giornata è proseguita con l’intervento del Dott. Papagni Giuseppe fondatore della testata giornalistica on-line NurseTimes, che hai evidenziato l’importanza della circolarità delle informazioni sul Web e sul social network (gruppo Facebook Infermiere Professionista della Salute) come opportunità per sviluppare un confronto dando un’ulteriore visione (al di fuori dei canali ufficiali, quindi aperto a tutti) delle tematiche più care alla professione. Il social come strumento di confronto aperto a tutti, cittadini compresi, quindi democratico capace di tracciare in tempo reale una fotografia della situazione professionale, gli umori, le aspettative, i timori di una comunità che soffre i problemi occupazionali e che sfiduciata sceglie di emigrare all’estero pur di esercitare la professione per cui hanno studiato. Il dottor Papagni Giuseppe lancia la sua proposta alle associazioni di categoria per arrivare a definire una dotazione organica minima di sicurezza attraverso una legge nazionale che tenga conto di un modello organizzativo di lavoro all’interno delle strutture sanitarie unico per tutto il territorio che salvaguardi in tempo di crisi i giusti livelli occupazionali degli infermieri, portando ai decisori tutti gli studi che dimostrano appunto l’importanza del numero minimo di infermieri all’interno delle unità operative e l’impatto sui costi finali. Proposta rafforzata dai relatori precedenti che individuano nel giusto rapporto infermiere/pazienti un fattore di sicurezza per la tutelare la salute dei pazienti. “Alcuni paesi Europei si sono già avviati su questa strada – continua Giuseppe Papagni avviando delle copiose campagne di reclutamento di infermieri in Italia, dimostrando di essere molto più lungimiranti dei nostri politici. E’ indispensabile che anche in Italia si arrivi a questo riposizionando le politiche di rappresentanza professionale e delle associazioni di categoria”.

Il successivo intervento da parte della dott.ssa Chiara D’angelo, Responsabile della rivista on-line Infermieristicamente, testata del sindacato Nursind. Nell’intervento è stata nuovamente ribadita l’importanza delle nuove tecnologie web-based nella diffusione dei contenuti tematici inerenti la professione infermieristica e nello sviluppo del dibattito spontaneo fra tutti i protagonisti (infermieri ma non solo) sugli argomenti di attualità nello scenario politico-professionale. Sono stati presentati diversi spazi che Infermieristicamente ha messo a disposizione degli infermieri sulle tematiche di grande rilievo degli ultimi mesi, intorno ai quali si è catalizzata una grandissima attenzione e sviluppato un intenso e proficuo dibattito (standard assistenziali, trasparenza, riorganizzazione del lavoro, confronto generazionale, relazioni interprofessionali, ecc.). Le nuove tecnologie, ha poi evidenziato la dott.ssa D’Angelo, non solo portano ai fruitori grandi quantità di contenuti, ma consentono di diffondere una “cultura del confronto” che esce dai luoghi istituzionali e coinvolge tutti. Questo confronto permette, in tempi in cui l’occupazione è in sofferenza, anche di ampliare le prospettive degli infermieri e farli riflettere sulla strategicità delle scelte attuali per il futuro. Su questo delicato argomento il Nursind ha sostenuto in maniera significativa l’ingresso dell’Italia nel progetto RN4CAST che consentirà, grazie alle attività di ricerca dell’Università di Genova e alla collaborazione di strutture sanitarie italiane, di definire le relazioni che intercorrono tra qualità delle prestazioni erogate e dotazioni organiche, come già dimostrato negli analoghi studi compiuti in altri Paesi. Portare il dibattito, le argomentazioni, i dati, le proprie proposte e i propri progetti al tavolo dei decisori è la strada per essere protagonisti del proprio futuro e di quello delle nuove generazioni di infermieri.

In ultimo l’intervento della dott.ssa Paola Gobbi che riporta la sua esperienza lavorativa nella Asl di Monza e Brianza. “Per chi come me lavora da tanto tempo, quasi 32 anni di servizio, sente il dovere di fare qualcosa per le nuove generazioni di infermieri, come ad esempio favorire i tirocini degli studenti del Cdl in infermieristica (università Bicocca) nei distretti. Il consiglio che vorrei dare ai colleghi neo laureati che intendano dedicarsi al territorio è di conoscere bene il territorio in cui si muovono, anche geograficamente, conoscere bene l’asl e tutti i suoi meccanismi organizzativi, – continua Paola Gobbiinvestire molto nella formazione favorendo la competenza professionale soprattutto per i colleghi che decidono di dedicarsi al territorio con la libera professione…

Massimo Randolfi

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