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Intervista a Luigi, infermiere a Chesterfield

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Lo scopo delle nostre interviste è unicamente quello di indirizzare i colleghi alla ricerca di opportunità lavorative all’estero verso una scelta consapevole e dare così tutte le informazioni utili. Ringraziamo Luigi Donato per averci concesso questa intervista per NurseTimes.

Ciao Luigi presentati ai nostri lettori.

Ciao a tutti i colleghi, mi chiamo Luigi Donato, sono calabrese (spero che il vostro primo pensiero sia “gente solare” o la “nduja”), precisamente di Pizzoni nella provincia di Vibo Valentia. Ho vari hobby tra i quali cucinare, giocare a tennis, leggere, teatro, ballo. Un saluto caloroso da Chesterfield !!

Come hai maturato la scelta di candidarti per l’Inghilterra?

La scelta è maturata dopo 7 anni di attività come infermiere, avevo perso le motivazioni a restare. La mia carriera inizia in Calabria, la mia terra nativa. Ho iniziato in una clinica RSA, neolaureato, gioioso, tanta voglia di cambiare e imparare, ma le prime delusioni non tardarono ad arrivare. Dopo soli 3 mesi di attività, senza percepire il mio stipendio, e chiedendo spiegazioni in merito le risposte che arrivavano non erano per nulla confortanti: “la regione non ha stanziato i soldi…” , mentre la regione Calabria sosteneva il contrario. Insomma, dopo 4 lunghi anni (nel mezzo una breve esperienza di un anno presso un’altra RSA che chiuse per bancarotta), tra avvocati, ricorsi, atti ingiuntivi e mobbing, decisi di tentare la mia carriera professionale al nord, Friuli Venezia Giulia, Trieste.

La situazione era decisamente migliore, paga puntuale, ma con contratto a tempo determinato. Decisi di tentare la strada da libero professionista quindi aprii la partita iva, cercando di sopravvivere lavorando in clinica, laboratorio analisi e prestazioni infermieristiche domiciliari, ma le troppe tasse mi portarono ad avviare una profonda riflessione sulla convenienza stessa del lavoro svolto come libero professionista. L’Italia in questo periodo storico non offre opportunità ai suoi giovani per cui decisi di intraprendere la strada dell’Inghilterra.

Gli step per potersi candidare?

L’agenzia di reclutamento è stata la Cpl Healthcare. Prima di tutto contattai l’NMC, che sarebbe il loro ordine professionale; loro ti inviano un plico entro 2 settimane e che tu devi compilare, fare le traduzioni in inglese degli incartamenti principali infermieristici, dopodiché invii al mittente. E loro si prendono ben 6 settimane prima di rispondere. Poi su internet e su facebook, chiesi e trovai delle info sulle principali agenzie di reclutamento e molti consigliarono la Cpl Healthcare. Li contattai e loro mi fecero un’intervista per telefono per testare il mio inglese e se ero pronto per un colloquio vero e proprio con i reclutatori inglesi. Superata la prova l’agenzia mi ha fissato un incontro. Eravamo in 20 ma, ne presero solo 15 perché rispondenti alle loro specifiche richieste. Terminata la fase di reclutamento rimane la parte burocratica: un sacco di carte da portare, leggere, firmare, ecc. Dopo 3 mesi ci chiamarono.

Raccontaci la tua esperienza in Inghilterra.

Mi trovo al nord dell’Inghilterra, devo dire che quando arrivai ero un po’ spaesato ma, chi non lo sarebbe, ero entusiasta di iniziare una nuova avventura, una nuova sfida con me stesso. La gente del posto è molto alla mano, disponibile e gentile, l’ospedale è molto grande, ordinato, non proprio all’avanguardia, ma funzionale sotto tutti gli aspetti, il personale è preparato, ma a mio avviso hanno delle mancanze, non solo in teoria ma, anche nella pratica; qui le procedure sono differenti da quelle in Italia e poi la lingua inglese…se non hai un buon vocabolario e un buon listening, è un bel problema; devi iniziare tutto dall’inizio e a volte ti senti inutile perché non sai o non capisci cosa e come fare il tuo lavoro. Per prendere accessi venosi, prelievi ematici, introduzione di cateteri vescicali e addirittura eseguire uno stick glicemico, devi fare dei training, senza di quelli non puoi fare nulla.

In quale ospedale lavori?

Lavoro al Chesterfield Royal Hospital, nel reparto di chirurgia generale, scelto da me, non avendo mai lavorato in una chirurgia. All’inizio lavori sotto supervisione per circa 6 settimane (poi se vuoi puoi prolungare il tempo ma, non troppo), poi inizi a lavorare da solo e non è facile all’inizio. Ora mi trovo meglio dopo 9 mesi che sono qui, il mio inglese è migliorato molto e sto imparando tante cose nuove.

C’è possibilità di carriera in Inghilterra?

Qui in Inghilterra si va per bande, dalla banda 5 che è quella iniziale alla banda 9; lo stipendio iniziale è di 1600 sterline circa (2000 euro circa), dipende se fai le notti, poi ogni anno aumenta qualcosina. La cosa bella dell’Inghilterra è che qui funziona la meritocrazia, quindi dipende solo da te se vuoi crescere e migliorare, quindi sì c’è possibilità di fare carriera.

Costo della vita in Inghilterra, la paga di un infermiere ti consente di vivere dignitosamente?

Bisogna pensare che l’Inghilterra è un’Italia al contrario, cioè il nord è meno costoso, la gente più accogliente e non ci sono industrie. Qui a Chesterfield si vive bene, i costi sono contenuti, ma gli affitti sono quelli che sono, cari e meno cari, dipende dalla zona, ma ripeto, si vive bene dal mio punto di vista. Le spese dipendono sempre da te, ma sono più o meno uguali, forse qualcosa in meno. Io ho appena cambiato casa, quella di prima la condividevo con un’altra collega e pagavano 550 sterline più 120 di council tax (che sarebbe la TASI in Italia). I costi dei mezzi pubblici sono alti ma, almeno funzionano; un abbonamento costa circa 40 sterline al mese. Da uno stipendio potresti mettere da parte 500 sterline se vuoi…io non ho ancora l’auto.

Ritorneresti in Italia?

E’ una domanda che mi pongono tutti e anch’io…ma ora come ora no!! l’Italia sta attraversando un periodo molto brutto, sia economico che sociale, con la perdita dei principali valori…ma resta sempre il mio paese, il più bello del mondo ma, governato da gente incapace e distruttiva. Chissà, magari un giorno tornerò.

Quale messaggio ai tanti nostri colleghi disoccupati/precari?

Cari colleghi, se vi volete un po’ di bene e siete stanchi di essere sfruttati e schiavizzati, imparate una lingua e scappate via, anche se avete figli, perché assicurerete un futuro anche a loro. Non abbiate paura di cosa vi offre il mondo…questo si chiama vivere, questa si chiama vita.

Grazie Luigi.

Massimo Randolfi

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