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Genova, percepiva compensi in nero da case di cura private: infermiere condannato a risarcire l’ospedale San Martino

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Genova, scandalo infinito al San Martino: esami intestatati anche a morti e finti malati
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Il maxi risarcimento stabilito dalla Corte dei Conti a carico di Pietro Luigi Nieddu ammonta a 69mila euro, equivalente dei compensi illeciti percepiti tra il 2006 e il 2008.

Pietro Luigi Nieddu, infermiere in pensione del San Martino di Genova è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare un risarcimento di 69mila euro all’ente ospedaliero. La somma è l’equivalente di quanto avrebbe guadagnato, lavorando in nero tra il 2006 e il 2008, nelle terapie intensive e nelle sale operatorie di due note case di cura private genovesi. L’indagine della Corte ha portato a galla ben 895 turni in intensiva risalenti al 2007 e pagati appunto in nero.

La scoperta dei compensi extra illecitamente percepiti era avvenuta solo nel 2016, quando la guardia di finanza, analizzando registri e conti, aveva trovato tracce sospette, riferite ai pagamenti nei confronti di una società veicolo, creata al fine di “affittare” infermieri per turni di notte in terapia intensiva o sala operatoria. Una pratica regolare, se non fosse che la società era pagata in nero e gli infermieri, dipendenti pubblici, non avrebbero potuto lavorare se non per determinati motivi e previa autorizzazione dell’ente di appartenenza. Nieddu aveva già transato con l’Agenzia delle entrate gli aspetti fiscali, mentre l’inchiesta penale si era conclusa con una prescrizione nel 2018. La giustizia contabile, però, ha potuto procedere.

E così il vice-procuratore generale Adriano Gribaudo, contestando un danno erariale di 28mila euro, aveva disposto il sequestro di alcuni immobili a garanzia dell’eventuale risarcimento, una volta divenuto definitivo.Nella vicenda emerge da un lato “la necessità per le case di cura di disporre di una sicura e costante provvista di personale infermieristico al fine di garantire adeguata assistenza alla propria clientela, senza doversi sobbarcare i costi accessori, tributari e previdenziali propri dei rapporti di lavoro subordinato”, dall’altro “l’interesse di più infermieri professionali del San Martino e coordinati da Nieddu a poter percepire ulteriori redditi, nonostante i divieti previsti dalla legge”.

Redazione Nurse Times

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