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Fromantin Isabelle, infermiera ricercatrice francese che sta cambiando il mondo

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Si chiama Fromantin Isabelle nata nel 1970 a Nantes.

Già da piccola ha già un’idea di cosa vorrà fare da grande: diventare infermiera.

Gli anni passano e il suo desiderio si concretizza nel 1992 a Parigi. Come prima esperienza professionale decide di partecipare ad una missione umanitaria in Africa, la sua destinazione è il Togo, dove lavorerà in un ospedale pediatrico per oltre un anno.

Le condizioni di lavoro sono difficili, ma è niente in confronto a quello che vede ogni giorno attorno a lei.

Si applica con costanza e determinazione a “curare” lesioni cutanee deturpanti che affliggono molte donne.

Con il passare del tempo, questo non fa che rafforzare la sua convinzione che l’evoluzione della malattia porta anche inesorabilmente all’emarginazione sociale con conseguenze psicologiche anche gravi; in special modo nelle donne affette da lesioni ulcerative cronicizzate da neoplasia della mammella, riscontrando diversi casi in cui le donne solitamente venivano isolate dal gruppo famigliare, in quanto le lesioni apparivano orribili e dall’odore nauseabondo.

Un problema conosciuto anche dalle società occidentali.

Rientrata a Parigi, inizia a consultare diverse offerte di lavoro in vari ospedali e case di cura.

La scelta cade sull’Istituto Curie dove, una volta assunta avrà la possibilità di lavorare in vari reparti di degenza.

Ma la scelta non è stata del tutto casuale, lei sa che questo ospedale potrà offrirgli la possibilità di crescere professionalmente per migliorare le sue competenze nel campo delle lesioni ulcerative.

Nel 1996 a malincuore lascia le sue colleghe di reparto per andare a collaborare nella realizzazione pioneristica dell’unità mobile di cura continua per l’assistenza domiciliare ai pazienti oncologici (Umasc), il team sarà composto da lei, un medico ed una segretaria.

La passione per l’attività e il suo impegno professionale la porteranno a sviluppare con la propria esperienza accumulata negli anni, una nuova figura infermieristica nell’ospedale dove lavora: l’infermiera esperta nella cura delle lesioni cancerogene.

Nel 2009 pubblica il suo primo libro “Una ferita vivente. Un’infermiera esperta nella cura delle ferite, racconta”, che è diventato strumento educativo per gli studenti e per gli infermieri che vogliono approfondire e potenziare il loro “sapere” nella cura delle lesioni cutanee.

Spinta dal Direttore dell’Istituto Curie, Isabelle Fromantin si iscrive alla Facoltà di Scienze Infermieristiche.

Dividendosi tra lavoro e studio, nel dicembre 2012 consegue la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche, presentando la tesi: ”Studio della flora batterica nelle ulcere cutanee da cancro della mammella: incidenza dei biofilm batterici nell’evoluzione delle lesioni cutanee cronicizzate e la formazione degli odori che si sviluppano. Conseguenze psicologiche e sociali nelle pazienti”.

Nello stesso anno le viene conferita l’alta onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito; in riconoscimento del suo impegno sociale e professionale nella ricerca per il miglioramento nel trattamento delle lesioni cutanee neoplastiche.

Isabelle non si ferma

Nel 2016 riceve l’incarico di dirigere il progetto pilota denominato Kdog, istituendo in breve tempo una squadra multi professionale composta da biostatistici, infermieri, chirurghi.

Scopo della ricerca è la rilevazione del cancro al seno attraverso le capacità olfattive dei cani.

L’obiettivo è trasformare l’olfatto dei cani in un vero e proprio strumento diagnostico “validato”, in modo da rendere più rapida, semplice ed economica la diagnosi del tumore del seno: a una donna basterà portare un fazzoletto per qualche ora sul seno per poi inviarlo, per posta, al laboratorio.

La tecnica apre prospettive particolarmente interessanti nei Paesi poveri, dove la difficoltà di accesso ai mammografi impedisce la diagnosi. 

I risultati presentati della prima fase, iniziata nel mese di aprile, sono più che incoraggianti.

Pierre Teillac direttore dell’Istituto Curie ha commentato: “Questo è un segnale forte per lo sviluppo della ricerca nelle Scienze infermieristiche ed Isabelle è un orgoglio per il nostro istituto “.

 

Flavio Battistutta

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