Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura del sindacato.
“Risorse insufficienti quelle destinate ai lavoratori, si parla di rinnovi irrisori”, dichiara Giuseppe Carbone, segretario nazionale Fials, a margine della sottoscrizione del nuovo Ccnl, rivolgendo comunque un ringraziamento all’Aran “per lo sforzo compiuto per far sì che sia il migliore possibile con quello che si aveva”.
Un altro capitolo della sanità si chiude oggi, un capitolo che racchiude la necessità di cambiamento intervenuta negli ultimi venti anni, e che ha dato la luce al nuovo ordinamento professionale. Così come avvenuto nel 1999, quando furono istituite le attuali categorie, oggi i lavoratori della sanità saranno riclassificati in nuove aree, fermo restando il rispetto delle peculiarità di ogni singolo profilo. Innovativa è l’area a elevata qualificazione, che introduce una prospettiva di carriera per il middle management, una nuova opportunità per i professionisti della salute e dei funzionari che fin a oggi potevano accedere solo al sistema degli incarichi già istituiti con il precedente contratto, al fine di valorizzare i titoli aggiuntivi e le competenze trasversali acquisite durante il percorso accademico.
Una firma sofferta a causa delle risorse economiche insufficienti a soddisfare adeguatamente le attese dei professionisti. Perché gli stanziamenti fatti dal Governo sono stati assolutamente inadeguati: 241 milioni di cui 63 per le indennità del personale Ps, poco più di 51 milioni per il trattamento accessorio e quasi 128 milioni per il nuovo ordinamento professionale. Non serve essere un matematico per capire che queste cifre hanno permesso aumenti salariali che ci fanno restare ampiamente il fanalino di coda in Europa. Questa firma è un atto dovuto e di responsabilità verso i colleghi di tutto il comparto sanità e gli stessi rappresentanti dell’Aran, che con professionalità ed equità hanno guidato questa trattativa, mettendo le basi per una firma che, nonostante i “se”, rimane positiva.
Questo contratto non dà ai lavoratori tutte le risposte sacrosante, dovute, tardive e per questo urgenti. E per questo da oggi bisogna rimettersi al lavoro, perché non basta quanto abbiamo fatto e stiamo firmando oggi: un Contratto tra l’altro già scaduto. E dobbiamo far sì che la nostra priorità sia una priorità anche del Governo. Perché dalla cura passa il domani di una nazione e i lavoratori della sanità sono l’eccellenza del Sistema sanitario nazionale.
“Occorre firmare per essere parte attiva nell’applicazione di questo Contratto e propositivi per il futuro – chiosa Carbone –, ma auspichiamo un Contratto maggiormente equilibrato tra le esigenze del datore di lavoro e le aspettative del lavoratore. Un contratto che sia una visione globale, in cui ogni singola professionista possa sentirsi parte di un sistema quanto più vicino possibile alle sue esigenze. Sperando che questo Governo si ricordi degli eroi dimenticati e possa destinare maggiori risorse economiche nella prossima Legge di Bilancio”.
Redazione NurseTimes
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