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Fials Matera. Bigherati “La sanità materana non si tocca e vi spiego il perché”

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Fials Matera: “Sanità materana in ritardo, chiediamo interventi urgenti”
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Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni sulla sanità materana di Marco Bigherati, segretario aziendale Fials ASM Matera

”Partendo dalla qualità complessiva dell’offerta assistenziale  e contenimento dei tempi massimi di attesa delle prestazione sanitarie, nonché conseguimento di una serie di obiettivi specifici. Una riflessione critica indispensabile per apprendere dagli errori e proporre soluzioni per migliorare la risposta e prevenire situazioni analoghe in futuro.

Ma prima di entrare nel dettaglio facciamo un passo indietro marzo-giugno 2020 Emergenza covid.

Il territorio lucano è rimasto completamente scoperto e gli ospedali hanno fronteggiato da soli l’epidemia  a differenza di altre regioni, non potendo beneficiare della funzione di filtro che la Rete territoriale doveva garantire, questo è un evidente errore.

Nella fase del covid è giusto ricordare che i Medici di Medicina Generale sono rimasti soli in prima linea perchè tra loro e l’ospedale è mancata una struttura intermedia di collegamento per coordinare e gestire l’emergenza sul territorio; una buona organizzazione deve essere governata secondo il principio della ridondanza a rete, per favorire l’adattamento alle situazioni di sovraccarico in quanto altri comparti sono in grado di supportare un servizio in difficoltà; si è creduto di poter governare un sistema organizzativo complesso senza strutture di integrazione e governance sul territorio.

Per garantire una efficace continuità assistenziale sarà necessaria l’adozione di percorsi integrati Ospedale/Territorio con riferimento alle patologie più rilevanti.

L’obiettivo di elaborare linee guida scientifiche, validate e condivise che saranno al centro del confronto tra Ospedale e Territorio. Inutile dire che la riconversione di alcune strutture ospedaliere in strutture territoriali di assistenza, Tricarico, Stigliano e Tinchi,  hanno l’obiettivo, appunto, di potenziare l’offerta sanitaria di prestazioni residenziali extraospedaliere per persone gravemente non autosufficienti e affette da patologie croniche (BPCO, cardiopatie scompensate, diabete mellito, neoplasie avanzate in terapia palliativa), ma queste strutture vanno sostenute e migliorate. Impensabile vedere lo stato di abbandono dell’ospedale di Stigliano e una struttura completata e ancora non aperta  di Tinchi. Anche l’ospedale di Tricarico gode di un comparto operatorio fermo da anni con le quattro frecce e un servizio di radiologia che offre prestazioni 1/2 volte a settimana.

Vorrei ricordare che il consiglio dei ministri in data 13 Maggio con notevole investimento per tutto il paese (3,25 miliardi) rilanciava la sanità ma sopratutto il potenziamento della sanità territoriale è la prima voce di questo “Rilancio salute” che ridisegna il Servizio sanitario nazionale dopo la prima fase dell’emergenza coronavirus.

Per il territorio l’investimento complessivo è pari a 1 miliardo e 256 milioni di euro e finanzierà assistenza domiciliare, rete territoriale e Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), monitoraggio domiciliare, strutture territoriali di isolamento, attività di infermieri di famiglia e assistenti sociali. E’ il secondo pilastro del ‘Rilancio Salute’, sostenuto nel Dl Rilancio da un investimento complessivo pari a 1 miliardo e 467 milioni. Priorità: garantire un’assistenza pronta e adeguata ai pazienti più gravi che necessitano cure intensive. 

Quindi in definitiva l’obbiettivo è quello di riorganizzare in primis la rete ospedaliera per poi vincere quella del territorio vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale. Ospedali come Matera e Policoro attraverso accordi di confini potrebbero ridurre notevolmente la migrazione sanitaria ma sopratutto potrebbero essere attrattivi, vedi Emodinamica Matera con un affluenza di pazienti dell’alta Murgia e del tarantino (Ginosa, Laterza, Castellaneta). Prendere questo come esempio e potenziare tutti i reparti con professionisti e figure di supporto’.’

Marco Bigherati

La Redazione Nurse Times

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