Dopo la retorica sugli eroi, il governo ha avanzato nella proposta di legge di bilancio 2021 alcune prime risposte alle attese di un esercito della salute inviato al fronte con le scarpe di cartone, che la risposta sia stata quanto mai deludente lo abbiamo già scritto, penso che sia opportuno dalla protesta passare alla proposta.
La proposta del Governo vuol premiare solo alcune professioni sanitarie: medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi, chimici e fisici con aumento da subito nella busta paga di gennaio 2021 mentre agli infermieri NO (in questa dizione rientrerebbero anche gli infermieri generici ancora in servizio ma non le ostetriche).
Rimangono esclusi: i dipendenti del SSN appartenenti a 20 professioni sanitarie: ostetriche, personale tecnico sanitario, personale della riabilitazione e della prevenzione, la professione sociosanitaria di assistente sociale, gli operatori sociosanitari, si tratta di personale tutto impegnato ad affrontare in prima fila la pandemia, così come dagli aumenti previsti per la dirigenza medica e sanitaria sono esclusi i dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione che invece sono l’asse portante della gestione del personale di assistenza nelle aziende sanitarie con un ruolo e una responsabilità manageriale di gran lunga più rilevante della altra dirigenza.
Inoltre gli aumenti previsti nella legge di bilancio hanno poi una pesante discriminazione di classe: per la dirigenza medica e sanitaria garantiti non solo in misura più rilevante ma da subito nella busta paga di gennaio 2021, mentre per gli infermieri affidati ai rinnovi contrattuali che chissà quando inizieranno e soprattutto quando termineranno e inoltre sono comprensivi degli oneri riflessi quindi per gli infermieri una mancia simbolica, alla faccia della valorizzazione professionale, entità dei gran lunga distante dagli importi dall’indennità infermieristica che era stata conquistata con il contratto nel 1990.
La proposta della FIALS, non può che essere quella di completare il processo di omogeneizzazione dei trattamenti economici (aldilà delle differenti entità) e normativi tra le professioni sanitarie collocate nell’area dirigenziale e le altre 22 professioni sanitarie, come la nostra proposta contrattuale ha già indicato per quanto riguarda il sistema degli incarichi da generalizzare – incarichi professionali per tutte le 22 professioni sanitarie dopo il periodo di prova – ma anche nel sistema dell’indennità di esclusività: infatti Governo e Parlamento nella legge 126, art. 29, ormai previsto il “liberi tutti”, dirigenza e comparto, nel poter fornire prestazioni aggiuntive, che è giuridicamente un esercizio libero professionale, nonché tutte le forze dell’attuale maggioranza hanno presentato analoghe proposte di legge per estendere il diritto alla libera professione anche alle 22 professioni sanitarie del comparto.
Come FIALS, proponiamo con la legge di bilancio 2021 di prevedere dal 1° gennaio 2021 sia un’indennità di esclusività, come già concessa esclusivamente alle professioni della dirigenza medica e sanitaria, anche per la dirigenza delle professioni sanitarie e alle stesse professioni sanitarie del personale del comparto, pure se l’importo economico sarebbe diversificato nella quantità in rapporto alla specificità e responsabilità professionale e sia il mantenimento dell’indennità di specificità infermieristica con un importo ed investimento notevolmente superiore a quanto riportato nel ddl – ed estensione a tutte le altre professioni sanitarie con valori economici diversificati in rapporto all’autonomia professionale, competenze, specificità e funzioni, competenze e presa in carico del paziente e continuità assistenziale espresse delle singole categorie professionali, che sarebbe l’equivalente, purtroppo non nella quantità economica, dell’indennità di specificità medica e sanitaria, perché non sussiste un solo motivo per differenziare il riconoscimento giuridico, normativo ed economico.
Siamo infatti consapevoli che è un conto affermare che vi sia pari dignità tra tutte le professioni sanitarie che concorrono nella realizzazione dell’atto sanitario che è il complesso delle specificità delle varie competenze delle 30 professioni e un conto è riconoscere il ruolo precipuo e specifico di infermieri e medici nell’organizzazione del lavoro in sanità. Valorizzare adeguatamente queste due professioni non vuol dire svalorizzare le altre.
Rimane la questione da una parte della professione sociosanitaria di assistente sociale che ha nostro giudizio, nel rispetto della concezione di salute dell’OMS, non può che avere un trattamento economico e normativo come le altre professioni sociosanitarie e in questa visione si tratta di dare una analoga risposta agli operatori sociosanitari che sempre più assumono un ruolo ed un’importanza nel processo assistenziale e per i quali va prevista una valorizzazione anche di indennità adeguata.
Su queste linee ed obiettivi abbiamo già predisposto emendamenti da presentare e sostenere durante tutto l’iter parlamentare del ddl bilancio 2021, ad iniziare dall’audizione nella Commissione Affari Sociali della Camera.
Certo, non staremo ad attendere solo segnali di apertura del Governo, ma lo incalzeremo insieme, perfino con lo sciopero generale con tutti gli operatori della sanità, con un gioco di squadra “contro le “disuguaglianze”.
Ultimi articoli pubblicati
- Sanità al collasso: medici, infermieri, oss e professionisti in sciopero il 20 novembre
- Robert F. Kennedy Jr. nominato da Trump alla Salute: il leader no vax guiderà la sanità americana
- Prevenire le lesioni da pressione: il 21 novembre torna la Giornata Internazionale STOP Pressure Ulcers
- Convegno “Universalità delle cure e sostenibilità dei Ssn in Europa”: appuntamento a Roma il 22 novembre
- Ostia (Roma), uomo morto per possibile shock anafilattico: indagati tre medici del Centro Paraplegici
Lascia un commento