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Farsi curare sempre dal proprio medico di fiducia è questione di vita o di morte

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Farsi curare sempre dal proprio medico di fiducia è questione di vita o di morte
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Uno studio innovativo ha dimostrato come i pazienti visitati negli anni sempre dallo stesso medico avrebbero minori probabilità di morire.

Lo studio realizzato in collaborazione tra il St. Leonard’s Practice e la University of Exeter Medical School, è stato pubblicato da pochi giorni sulla rivista scientifica BMJ Open.

Si tratta della prima revisione sistematica in assoluto che mette in relazione il tasso di mortalità e la continuità delle cure erogate dallo stesso medico.

L’elaborato analizza le evidenze scientifiche del campo per trarre conclusioni.

Denis Pereira Gray, della St Leonard’s Practice, ha spiegato come “I pazienti sono consapevoli del fatto che sia importante avere un medico con il quale poter comunicare facilmente.

Finora, riuscire ad organizzare visite specialistiche in modo da combinare il paziente con il medico da loro scelto è stato considerata una questione di convenienza e di cortesia: appare chiaro come la qualità dell’assistenza erogata sia letteralmente “una questione di vita o di morte”.

Il Prof. Philip Evans, della University of Exeter Medical School, ha dichiarato:

La continuità delle cure avviene quando un paziente ed un medico si incinttano ripetutamente potendo così conoscersi meglio. Questo porta ad una comunicazione più efficace e ad una maggiore soddisfazione nei pazienti.”

Anche l’aderenza alle terapie farmacologiche prescritte aumenterebbe notevolmente mentre il ricorso alle visite di pronto soccorso diminuirebbe.

Con il dominio delle nuove tecnologie sanitarie e delle nuove terapie farmacologiche, l’aspetto umano della pratica medica viene sempre meno.

Il nostro studio dimostra come semplicemente un dialogo con il paziente sia potenzialmente un salvavita.”

Dall’analisi dei dati, sarebbe emerso come un frequente contatto paziente-medico riduca drasticamente la probabilità di decesso.

L’effetto applicato a pazienti di diverse culture, è risultato efficace non solo per i medici di famiglia. Lo stesso varrebbe anche per gli specialisti quali psichiatri e chirurghi.

La revisione ha analizzato i risultati ottenuti in 22 studi condotti nel corso degli anni.

Le analisi dei dati sono statr svolte in nove diverse nazioni con culture e sistemi sanitari differenti.

Di queste, in 18 (82%) sarebbe emerso come il ripetuto contatto con lo stesso medico nel tempo significasse un numero minore di morti nel periodo analizzato, se paragonato al gruppo di pazienti ai quali non veniva garantita la continuità assistenziale.

Questa ricerca è stata concepita è condotta in un singolo ospedale situato a Exeter, il quale ha il vantaggio di utilizzare i propri ricercatori

Nel team è presente anche il Professor Philip Evans, leader del National Institute of Health Research Clinical Research Network.

Simone Gussoni

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