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Farmaco antidiabetico usato per dimagrire: i rischi per i pazienti

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Farmaco antidiabetico usato per dimagrire: i rischi per i pazienti
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L’Aifa ha inserito Ozempic nella lista dei medicinali carenti, anche a causa di questo uso improprio. Il professor Angelo Avogaro (Sid) spiega all’agenzia Dire quali possono essere le ricadute sui pazienti diabetici.

Il farmaco antidiabetico Ozempic sembra iniziare a scarseggiare anche nel nostro Paese. La causa risiede nel fatto che questo è sempre più utilizzato impropriamente con lo scopo di dimagrire, soprattutto negli Stati Uniti, anche da chi non è obeso. A peggiorare la situazione i post che invogliano il grande pubblico che circolano su Instagram, ma anche molti video su TikTok. Al centro del fenomeno virale ci sono loro: celebrità e influencer che ne decantano gli effetti dimagranti.

È per questo che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha inserito l’Ozempic nella lista dei farmaci carenti e in una nota informativa pubblicata sul suo sito ha chiarito: “L’aumento della domanda di Ozempic ha portato a carenze che si prevede continueranno per tutto il 2023. Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non è possibile prevedere con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale”.

Per indagare meglio sul fenomeno, ma soprattutto per capire quali sono le ricadute sui pazienti diabetici, l’agenzia di stampa Dire ha contattato il professor Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), che ha spiegato: “Siamo preoccupati perché l’uso improprio del farmaco determina delle ricadute sull’uso che ne fanno i pazienti diabetici. Non è un problema questo solo italiano, ma soprattutto americano. Infatti, il New York Times lo ha reso noto in maniera estensiva. Noi di Sid auspichiamo che la situazione possa risolversi in tempi brevi. Non c’è un problema di carenza di tutti i dosaggi del farmaco, ma a dosaggio maggiore. Ribadisco, c’è preoccupazione perché si tratta di un farmaco efficace nel trattamento del diabete tipo 2 e la carenza di un farmaco così importante penalizza i pazienti. Sid ribadisce che l’uso improprio dei farmaci, in generale, non dovrebbe avvenire mai”.

Sempre Avogaro: “È chiaro che se manca un farmaco che io uso la cosa peggiore è che si perda il compenso della malattia dal punto di vista metabolico. Il rischio è che il paziente peggiori e che quindi vada incontro a complicanze della malattia sul lungo periodo. Interrompere l’uso di questi farmaci provoca inoltre un ‘ribalzo’ del peso nel diabetico. In pratica, tale carenza del farmaco espone il diabetico a dei rischi tipici di quando si interrompe un trattamento. Perciò auspichiamo che ci sia una regolamentazione anche nel settore dei social. È difficile? Immagino ma quando entra in gioco la salute delle persone credo ci dovrebbe essere maggiore severità affinchè questi fenomeni non accadano”.

E ancora: “Usando impropriamente il farmaco può accadere di perdere eccessivamente peso corporeo e ciò non è assolutamente favorevole. Quando si perde troppo peso, laddove non ci sono molti chili in eccesso, si perde anche massa muscolare. Un quadro negativo che porta allo stravolgimento del quadro metabolico nel paziente. A lungo andare l’uso improprio può portare alterazioni metaboliche che non fanno bene alla salute“.

Sull’ipotesi di una vera e propria emergenza legata alla carenza di Ozempic il presidente Sid spiega: “Non posso fare una previsione precisa ma credo non si arriverà a questo. Certo è che in questa malattia, come nelle altre, un farmaco non deve essere sostituito da un altro farmaco seppur ‘analogo’. Se lo specialista lo prescrive è perché il paziente ‘deve’ usare quello e non un altro, è noto come oggi si vada sempre più verso una medicina personalizzata. E’ auspicabile che la situazione rientri perché queste cose non fanno bene al paziente con diabete di tipo 2 e soprattutto ‘apre’ tutto un capitolo che fa riferimento all’uso improprio di farmaci in pazienti sani. Il rischio sempre più elevato è che si vada verso una medicalizzazione impropria della società“.

Redazione Nurse Times

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