Falso ideologico per il medico che fa ricette al buio. La Corte di cassazione, con la sentenza numero 28847, conferma la condanna per la prescrizione di un medicinale senza aver mai visto il paziente.
La difesa sosteneva che le ricette in questione (che hanno dato il via al processo) non erano rosse, e dunque a carico del servizio sanitario nazionale, ma “fogli” liberi del medico di base che non agiva come pubblico ufficiale. La Suprema corte, tuttavia, nel confermare la falsità ideologica in certificati, commessa da una persona che svolge un servizio di pubblica utilità, coglie l’occasione per fare il punto sulla differenza tra il ricettario rosso, e quello bianco con la sola intestazione del medico.
Anche la prescrizione sul ricettario bianco – che il medico deve usare quando svolge attività privata, intramoenia compresa – presuppone un accertamento della sussistenza di un patologia che giustifichi la somministrazione del prodotto, a prescindere dall’obbligo di indicare la diagnosi.
Fonti: Il Sole 25 Ore (P. Maciocchi); www1.adnkronos.com
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