La carenza di infermieri in Trentino trova una soluzione in Albania: 30 infermieri già operativi nelle RSA e altri in arrivo a luglio.
La carenza di personale sanitario in Trentino ha spinto le cooperative sociali della regione a cercare soluzioni innovative per affrontare il problema. La risposta è stata trovata in Albania, precisamente a Tirana, dove ogni anno si laureano 30 infermieri presso l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio. Grazie a un accordo con l’Università di Roma Tor Vergata, questi titoli di studio hanno valore europeo, rendendo i giovani infermieri albanesi molto richiesti in diversi paesi europei, tra cui Germania e Regno Unito.
Trentino: un territorio attrattivo per gli infermieri albanesi
Il Trentino è riuscito a stabilire un legame speciale con l’Albania, che risale a circa 20 anni fa. Questo rapporto si è consolidato quando la Provincia autonoma di Trento ha finanziato la creazione di un corso di infermieristica a Tirana, facilitando la formazione di personale sanitario qualificato. Questo accordo ha reso il Trentino particolarmente attrattivo per i giovani infermieri albanesi, che trovano nel territorio opportunità professionali interessanti e ben remunerate.
Ogni anno, le cooperative sociali trentine riescono a reclutare circa un terzo dei laureati albanesi, offrendo loro tirocinio, uno stipendio adeguato e alloggio per un periodo iniziale. Queste condizioni, unite alla qualità della vita in Trentino, rendono l’offerta molto competitiva rispetto ad altre regioni italiane come Veneto e Lombardia.
Concorrenza spietata e opportunità globali
Il presidente della fondazione che gestisce i rapporti con Tirana, fratel Ruggero Valentini, sottolinea che la concorrenza per reclutare questi giovani infermieri è spietata. Molti paesi europei sono in fila per attrarre personale sanitario qualificato dall’Albania, riconoscendo il valore della formazione ricevuta.
L’Università Cattolica di Tirana non si limita a guardare all’Europa. Ha infatti avviato nuovi accordi di collaborazione con Camerun, America Latina, Africa e India, espandendo le opportunità di scambio e formazione in un contesto sempre più globalizzato.
Un approccio etico alla cooperazione
Italo Monfredini, direttore di Spes, difende l’approccio etico di questa cooperazione internazionale. “Non si tratta di portare via i giovani da un paese che ha a sua volta bisogno di questi operatori,” afferma. “Il taglio etico della cooperazione prevede la possibilità di fornire opportunità professionalmente qualificanti per questi giovani. Saranno poi loro a decidere come indirizzare il proprio cammino professionale e personale.”
Conclusioni
La strategia del Trentino di reclutare infermieri albanesi rappresenta una risposta efficace alla carenza di personale sanitario nella regione. Questo modello di cooperazione internazionale non solo risolve un problema locale, ma offre anche opportunità di crescita professionale, contribuendo allo sviluppo di un sistema sanitario più integrato e globale.
Redazione Nurse Times
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