È successo a Viareggio, al pronto soccorso del Versilia. L’anziana signora, incapace di provvedere a sé stessa, è stata rispedita a casa con l’ambulanza, mentre i parenti la aspettavano in sala d’attesa
Ha aspettato notizie di sua anziana zia ‘Rosé’ per ore, in quella sala d’aspetto. Un’attesa infinita. Preoccupata. Ma paziente, visto che si è in estate e si sa che in questo periodo i pronto soccorso sono oltre modo congestionati a causa del caldo.
Ma dell’anziana signora, 97 anni, traportata all’ospedale Versilia in ambulanza su consiglio della guardia medica a causa di uno strano sfogo sulla pelle che poteva anche essere una importante reazione allergica, nessuna notizia.
Non avendo ricevuto nessun aggiornamento di sorta, dopo circa due ore sua nipote si è perciò fatta coraggio e ha varcato la porta del pronto soccorso in cerca della sua parente. “Ma non l’ho trovata. Vedendomi girare tra i letti un’infermiera mi ha fermata. Gli ho spiegato che all’accettazione non c’era nessuno, e che avevo bisogno di avere informazioni su mia zia. Ero preoccupata” ha dichiarato la donna a La Nazione.
La sanitaria ha di nuovo indirizzato la donna verso l’accettazione, dove le è stato comunicato che l’amata zia era stata trasferita in reparto di dermatologia. “Ma come? Senza avvisarmi? Ha 97 anni ed è affetta da demenza” ha replicato la nipote, che a quel punto ha iniziato un po’ a spazientirsi.
Cercando di rassicurarla, l’infermiera dell’accettazione ha quindi contattato telefonicamente il reparto per dirle, finalmente, dove avrebbe potuto raggiungere l’anziana. Ma la 97enne, purtroppo, era lontana anni luce da quell’unità operativa: zia Rosé era stata dimessa e era stata rispedita a casa sua con l’ambulanza, come un pacco postale.
“A casa? E da chi se io sono qui?” ha protestato incredula la nipote, facendo intendere che presso il domicilio dove stavano portando la signora, incapace di provvedere a sé stessa, non ci fosse nessuno. “Visto che in questo periodo era cagionevole l’ho ospitata a casa con me” ha poi spiegato.
Il bello è che al personale sanitario del pronto soccorso sarebbe stato comunicato chiaramente che la parente della paziente era lì ad aspettare notizie: “Appena arrivata mi sono presentata, raccomandandomi. Perché mia zia è completamente invalida e soffre di demenza senile. Stavo in pena a saperla sola”.
Nonostante la disavventura, assurda, si è riusciti a rintracciare il mezzo di soccorso che l’aveva in carico, comunicandogli l’indirizzo giusto dove trasportare la paziente. “Capisco che il carico di lavoro del pronto soccorso, soprattutto in questa stagione, sia gravoso ed impegnativo. Ma l’utenza deve essere garantita” ha comunicato sua nipote.
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