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Delibera E.R. sul sistema 118. Si punta al ribasso delle competenze infermieristiche?

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La recentissima delibera regionale Emiliano-Romagnola (11 aprile 2016, prog. Num. 508/2016 cod. GPG/2016/582) ha fatto, a tratti, esultare gran parte del personale Infermieristico della regione ed anche quello del resto d’Italia.

“Finalmente qualcosa si è mosso” è stata la prima impressione diffusasi nell’immaginario collettivo di buona parte degli infermieri italiani, “finalmente dopo anni di presidio ininterrotto da parte della categoria medica, si comincia a riconoscere il ruolo, l’autonomia e la professionalità degli Infermieri, che pur privi di quel percorso formativo specialistico, fermo con il comma 566 inserito nella legge 190 del 2014, trovano comunque tempo, risorse ed energie per divenire de facto, specialisti nelle varie competenze e nei vari ruoli ove essi vengono inseriti”.

Una delibera che aveva il gusto di una rivincita contro l’ostracismo di una parte della rappresentanza medica, da più parti l’impressione e la speranza che qualcosa stava cambiando….seppure con un ritardo di anni, iniziava un percorso di autonomia e rivalutazione professionale presente da tempo in molti paesi con un sistema sanitario avanzato, che permette loro non solo un risparmio delle risorse, ma aumenta la qualità delle cure prestate ai cittadini.

Analizziamo dunque quello che contiene il provvedimento della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna.

L’oggetto dichiara sin da subito “PRINCIPI E CRITERI IN ORDINE ALLA PREDISPOSIZIONE DI LINEE GUIDA REGIONALI PER L’ARMONIZZAZIONE DEI PROTOCOLLI AVANZATI DI IMPIEGO DI PERSONALE INFERMIERISTICO ADOTTATI AI SENSI DELL’ART. 10 D.P.R. 27 MARZO 1992 PER LO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO DI EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE 118”.

Ovvero, il provvedimento si occupa di indicare la predisposizione di protocolli e linee guida REGIONALI di impiego di personale Infermieristico per l’emergenza territoriale.

Il provvedimento si ispira alla normativa NAZIONALE ED IN QUELLA COMUNITARIA, citando vari aspetti: dalle prerogative della regione ai criteri di formazione; dall’autorizzazione all’Infermiere nel praticare farmaci e manovre per salvaguardare la vita del paziente, al profilo Infermieristico, fino alla “Attuazione della direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento (UE) n. 1024/2012” ed altro ancora.

Riferimenti forti ed importanti che via via ribadiscono la specializzazione e le competenze dell’Infermiere.

Cosa dice dunque il Provvedimento?

  • Il provvedimento dà mandato al Direttore Generale della cura della Persona, salute e Welfare di approvare e aggiornare le linee guida e i protocolli AZIENDALI di impiego avanzato del personale Infermieristico, avvalendosi di un gruppo di validazione;
  • afferma che le linee guida dovranno occuparsi di TUTTE le tipologie di intervento  e che queste dovranno attenersi a linee guide validate. Le stesse dovranno presentare “un livello di dettaglio tale da eliminare ogni componente discrezionale – valutativo dell’intervento in capo all’operatore sanitario non medico”.
  • che tutti i protocolli e linee guida vengano revisionate con cadenza biennale.

Aspetti positivi della delibera:

Sicuramente il provvedimento rappresenta un piccolo passo avanti che recepisce, in parte, alcune delle continue sollecitazioni a livello europeo riguardo autonomia e professionalità infermieristica. Un momento di rottura che parte dal legislatore e che comporta l’inizio (la nostra speranza) di un percorso da anni atteso e che può essere un primo, importantissimo, passo verso un riconoscimento finalmente attuale della nostra professione, onore al merito!

Ma ci sono aspetti che rimangono ancorati a vecchie logiche medico-centriche, analizziamo nel dettaglio la delibera…

I limiti della delibera:

La parte in cui si cita testualmente “presentare un livello di dettaglio tale da eliminare ogni componente discrezionale – valutativo dell’intervento in capo all’operatore sanitario non medico” può essere certamente utile in certi casi, ma appare una generalizzazione troppo chiusa, sembra un ritorno a vecchie logiche mansionariali…

Sarebbe stato utile e lungimirante da parte del legislatore avere un approccio più collaborativo, anzichè inserire un diktat fisso; il protocollo fisso può causare molti più effetti indesiderati rispetto ad un minimo di discrezionalità/collaborazione basato sulla professionalità, formazione, delle figure professionali coinvolte.

Infine, da alcune indiscrezioni, ci giunge notizia che il tavolo tecnico regionale che si sta occupando dei protocolli e delle linee guida, ha dovuto conciliare, in maniera importante alcune esigenze, creando una sorta di “media assistenziale” verso il basso, così che si è andati verso il riconoscimento, l’importanza, la necessità dell’Infermiere in emergenza extraterritoriale, ma allo stesso tempo si è ridotta drasticamente l’operatività dello stesso, impedendogli alcune competenze già maturate da anni in alcune zone della regione.

Queste indiscrezioni che giungono alla nostra redazione, delineano un “arretramento” delle competenze, ad esempio, (secondo le linee guida in elaborazione dal gruppo di lavoro regionale) impedirà all’Infermiere la somministrazione di antalgici importanti (es. fentanyl), di grande ausilio in certe occasioni, quasi che gli effetti collaterali non possano essere considerati da alcun altro che non sia una figura medica (?).

Ancora da indiscrezioni: su altri protocolli si prevede di togliere la gestione della NIMV /CPAP all’Infermiere, nonostante gli evidenti benefici e l’utilità dello strumento… perché tutto ciò?

Siamo sicuri che di questo passo serva ancora la presenza  delll’Infermiere in ambulanza?

Siamo sicuri che a fronte di una minima utilità (togliendo all’Infermiere specialista dell’emergenza, tutte o gran parte delle sue competenze) alle varie aziende non venga la tentazione di sostituire gli infermieri con altre senza alcuna qualifica?

Siamo sicuri che alla fine la tentazione non sia di andare a livellare verso il basso e verso il risparmio tutta l’assistenza Emergenza Urgenza, e magari utilizzare quei soldi risparmiati per andare a foraggiare uno stuolo di auto mediche e appalti ad associazioni di ambulanze senza personale Infermieristico?

Siamo certi che poche auto mediche in più in sostituzione di un capillare servizio infermieristico realmente avanzato e capillare produca più salute e meno spesa?

Noi resteremo attenti e vigileremo affinchè sia scongiurato ogni tentativo di demolizione di un sistema di emergenza urgenza, che negli anni ha prodotto degli ottimi risultati, tutti documentati con evidenze che non possono essere disconosciute.

Non vorremmo che si passi da un modello che ha dimostrato negli anni i suoi migliori risultati, ad una operazione a favore di soliti noti, sperando che le nostre siano solo ipotesi distanti dalla realtà, e che la politica sappia scegliere per il bene comune e non si lasci guidare da lobby, e si punti a valorizzare un servizio Infermieristico che ha dimostrato di essere al pari rispetto ad altre realtà sanitarie più evolute.

Giuseppe Papagni

Allegato

Delibera 508/2016

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