Per Delayed Umbilical Cord Clamping (DCC) si intende il ritardato clampaggio del cordone ombelicale, cioè quella procedura che prevede di posticipare, almeno a 60 secondi di vita, il taglio del cordone ombelicale in neonati che non necessitano, dopo il parto, di rianimazione per favorire il passaggio di sangue dalla placenta al bambino e una più fisiologica fase di transizionefeto-neonatale.
In questo caso, evitando di clampare e recidere immediatamente il cordone ombelicale, si posiziona il neonato sul torace o addome della madre (‘Skin to Skin’) oppure avvolto in un asciugamano asciutto e caldo o nel caso di neonati pretermine in un sacchetto di polietilene sotto lampada radiante per aiutarli a mantenere costante la loro temperatura corporea, mentre il team di rianimazione valuta il colorito, frequenza cardiaca, i riflessi, il tono muscolare e la respirazione (Punteggio di Apgar).
Studi recenti stanno valutando la possibilità di eseguire le manovre rianimatorie anche a cordone ombelicale intatto su un lettino adatto a tale scopo, pur tuttavia non ci sono ancora evidenze scientifiche sufficienti per consigliare questa pratica se non in ambito di ricerca clinica.
In Italia si raccomanda di clampare il cordone dopo il primo minuto di vita del neonato, in linea con le raccomandazioni internazionali dell’American College of Obstetrics and Gynecology e dell’Accademia Americana di Pediatria (AAP).
Una metanalisi ha confrontato il ritardato clampaggio versus il clampaggio immediato mostrando una diminuzione della mortalità nel primo gruppo.
Nei neonati a termine questa procedura aumenta i livelli di emoglobina e i depositi di ferro nei primi mesi di vita e riduce il rischio di sviluppare l’anemia ferrocarenziale e, inoltre, miglioral’outcome neurologico.
Uno studio randomizzato e controllato ha evidenziato che il ritardato clampaggio del cordone nei neonati molto prematuri ha ridotto l’incidenza di emorragia intraventricolare e di sepsi a esordio tardivo.
I potenziali effetti avversi possono essere rappresentati dal ritardo della rianimazione nei neonati compromessi e l’aumentato rischio di policitemia e ittero.
La maggior parte degli studi ha escluso le gestazioni multiple e quindi attualmente non vi è evidenza sufficiente da consigliare tale pratica in caso di parto gemellare.
Alcuni ricercatori suggeriscono la spremitura (milking) del cordone ombelicale ma questa tecnica ha riportato risultati sovrapponibili al ritardato clampaggio solo in piccoli studi per cui non è attualmente raccomandata da nessuna linea-guida.
Conclusioni
Il ritardato clampaggio è diventato oramai una procedura standard di cura e i dati raccolti finora sono molto incoraggianti per continuare a consigliare questa pratica, sebbene sia importante una valutazione degli outcomes a lungo termine attraverso un follow-up.
Permangono, però, dei dubbi sui reali vantaggi nei neonati non vigorosi alla nascita.
Riferimenti bibliografici
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Autori: Dentico Domenico, Capristo Giuseppe, Rubino Margherita & Sabina Daniela
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