Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursing Up.
“Apprendiamo che nella prossima Manovra il Governo, in considerazione dell’improrogabile necessità di creare nuovi incentivi per il personale sanitario, sta valutando quanto Nursing Up chiede da tempo, e cioè l’estensione della libera professione anche agli infermieri e agli altri professionisti dell’area non medica. Nella bozza dell’esecutivo si torna, finalmente, a parlare di intramoenia”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up.
“Siamo di fronte a una possibile svolta, attesa da anni – prosegue De Palma –, ma non possiamo permettere che resti soltanto, e non sarebbe certo la prima volta, un’ipotesi destinata a finire nel dimenticatoio. È il momento dei fatti, perché la sanità italiana non ha più tempo da perdere per invertire la rotta”.
Vincolo di esclusività per infermieri, ostetriche e professioni ex Legge 43/2006: serve una riforma strutturale
“Finora lo sblocco è stato solo temporaneo, con l’attuale proroga fino al 2027, ma come sappiamo piena zeppa di lacci e vincoli, a favore delle aziende sanitarie, che scoraggiano sul nascere i professionisti nell’intraprendere tali iniziative – dice il presidente Nursing Up -. Non basta. Serve una riforma strutturale che renda stabile il diritto alla libera professione per tutte le professioni ex Legge 43/2006. È innanzittutto un atto di giustizia e di equità: i medici già possono esercitarla da tempo; infermieri e ostetriche devono avere la stessa possibilità, quella che noi chiediamo da tempo”.
Le due ragioni di fondo
Ci sono due motivi che rendono questa scelta imprescindibile:
- Economico: infermieri e ostetriche italiane hanno stipendi tra i più bassi d’Europa. Con la libera professione possono integrare retribuzioni magre e non più adeguate al costo della vita.
- Organizzativo: la sanità territoriale e le Rsa sono in affanno e con l’acqua alla gola. Con la libera professione, infermieri e altre figure assunte nel Ssn possono fornire un supporto concreto dove il sistema è più fragile.
Pnrr e nuove sfide da affrontare
“La missione 6 del Pnrr ha evidenziato la necessità di rilanciare la sanità territoriale, soprattutto con figure chiave come gli infermieri di famiglia – aggiunge il presidente Nursing Up -. Ne occorrono almeno 50mila per i fabbisogni delle regioni, da Nord a Sud. Molti professionisti sono già formati, ma non facilmente reperibili. Puntare almeno in parte su chi è già assunto negli ospedali, ha esperienza e competenze, e consentire loro di operare anche in libera professione al di fuori delle aziende sanitarie significa rafforzare subito la rete assistenziale per un Paese che invecchia e affronta sfide sempre più complesse”.
Non solo ipotesi o promesse
Conclude De Palma: “Non chiediamo privilegi, non l’abbiamo mai fatto, ma confidiamo che questa volta il ministro Schillaci, che sulla tematica può contare sul nostro massimo sostegno, riuscirà a cogliere con determinazione questo importante obiettivo. La libera professione per infermieri, ostetriche e professioni sanitarie ex Legge 43/2006 non è un lusso: è una svolta necessaria per il futuro della sanità italiana”.
Redazione Nurse Times
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