Il governatore Vincenzo De Luca solleva l’allarme sulla pratica della migrazione sanitaria dalla Campania al Nord, definendola un meccanismo delinquenziale. Questo fenomeno è stato portato alla luce dopo un’indagine condotta da Anci Campania.
Le affermazioni del Governatore
De Luca sostiene che medici specialisti campani lavorino negli ospedali del Nord, effettuando visite private una volta al mese. Inoltre, si afferma che questi professionisti trasferiscano pazienti campani nei centri settentrionali per interventi chirurgici, anche quando potrebbero essere trattati tranquillamente nella regione di origine.
Il costo economico della migrazione sanitaria
Secondo l’indagine di Anci Campania, la migrazione sanitaria costa alla regione ben 3,5 miliardi di euro. Nel 2022, la Campania ha versato 281 milioni di euro per 63.990 ricoveri e 60 milioni per circa 1,9 milioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale e di riabilitazione verso altre regioni.
La scomposizione della spesa
Un terzo della spesa per la specialistica è destinato agli esami di laboratorio, con un valore medio di circa 16 euro. Si evidenzia che il 34% delle strutture eroganti è pubblico, mentre il 66% è privato accreditato.
Il flusso migratorio e la tipologia di ricoveri
Il flusso migratorio campano vede il 90% dei pazienti spostarsi verso le regioni del Nord. Circa il 65% dei ricoveri è classificato come a bassa intensità o a rischio di inappropriato utilizzo, sollevando preoccupazioni sull’efficienza del sistema.
La riflessione necessaria
Antonio Salvatore dell’Anci sottolinea l’importanza di una riflessione approfondita su questo fenomeno. È necessario considerare attentamente come il sistema sanitario campano contribuisca al mantenimento degli ospedali del Nord, mettendo in evidenza la complessità e l’urgenza di affrontare questa questione.
Redazione Nurse Times
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