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Danni da errore medico per il neonato: due ginecologi e un’ostetrica condannati a risarcire i genitori

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Danni da errore medico per il neonato: due ginecologi e un'ostetrica condannati a risarcire i genitori
L'ospedale Santa Maria della Stella a Terni, oggi 1 dicembre 2010, dove è stata portata la salma del diacono Luca Seidita che si e' suicidato ieri ad Orvieto. ANSA / PIANETAFOTO
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Due ginecologi e un’ostetrica dell’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto (Terni) sono stati condannati dalla Corte dei Conti dell’Umbria a risarcire con 94mila euro i genitori di un neonato che il 4 marzo del 2012 aveva riportato danni a causa di un errore medico durante il parto. Assolto, invece, il primario della Struttura complessa di Ostetrica e ginecologia al tempo dei fatti, al quale saranno liquidati anche gli oneri difensivi.

I danni in questione, ritenuti “di carattere non permanente”, erano consistiti nell’ipossia, ovvero una carenza di ossigeno che aveva causato sofferenza nel nascituro e che, secondo la sentenza, avrebbe potuto essere evitata accelerando il parto, anche attraverso il cesareo. L’ostetrica ha definito la propria posizione con le modalità del giudizio abbreviato, versando 14mila euro. I due ginecologi sono stati condannati a liquidare 40mila euro ciascuno.

Nel corso del procedimento era stato contestato un danno erariale di 115mila euro, pari a quanto liquidato da un’assicurazione ai genitori del neonato, e quindi rimborsato alla compagnia dall’Azienda sanitaria Usl Umbria 2 a titolo di franchigia.

Nello specifico, il bambino aveva riportato danni consistenti in un’invalidità per asfissia perinatale derivante dal non corretto monitoraggio delle condizioni della madre e del battito fetale, “stante – si legge nella contestazione originaria – l’accertata mancanza di un tracciato cardiotocografico continuo e leggibile, dal mancato rilievo sulla partoriente del sussistente Streptococcus Agalactiae, dal difetto di consenso informato al parto operativo con ventosa ostetrica, dalla omessa esecuzione di parto cesareo e dall’incompleta redazione della cartella clinica, circostanze ritenute tutte imputabili a comportamenti antidoverosi dell’ostetrica e dei tre ginecologi”.

Redazione Nurse Times

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