Home Infermieri FNopi Dai collegi IPASVI della Toscana un manifesto per dire “Basta!”
FNopiInfermieri

Dai collegi IPASVI della Toscana un manifesto per dire “Basta!”

Condividi
Condividi

Un documento pubblicato in data 09/04/2017, su diverse testate nazionali e regionali, per dare voce a 30000 infermieri, per i quali “Qualità e sicurezza dell’assistenza sono valori portanti”

“Oltre 30.000 infermieri in Toscana lavorano ogni giorno in regime di iporisorse, senza usufruire di accordi economici incentivanti, subendo cambiamenti organizzativi repentini, irruenti e spesso incoerenti.”

Questo è quanto recita l’incipit del documento pubblicato, firmato dai collegi IPASVI di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Siena, Grosseto e Massa Carrara.

I firmatari del documento precisano che, nonostante le difficoltà, gli infermieri offrono costantemente il loro contributo nel prendersi cura della popolazione, e di come questo rappresenti per tutti loro una priorità assoluta.

Ma per garantire standard adeguati è necessario opporre diniego a tutte quelle situazioni che sviliscono la professione infermieristica. E gli infermieri toscani dunque affermano, a gran voce, il loro “Basta”:

  • Al continuo non coinvolgimento della professione infermieristica e della sordit・dell’interlocuzione politica;
  • Ad un coinvolgimento solo di facciata, convegnistico e auto referenziale;
  • All’emigrazione forzata dei giovani infermieri;
  • Alle interlocuzioni privilegiate su canali informali per decidere il futuro della Sanità;
  • Alla schizofrenia di definire modelli virtuosi per poi declinare percorsi operativi irrispettosi degli indirizzi regionali;
  • Allo sfruttamento e al mercato al ribasso infermieristico;
  • Alla precarietà lavorativa e all’erogazione di professionisti infermieri da parte delle agenzie interinali.

Ma non solo; i firmatari affermano anche che per offrire la migliore risposta possibile al bisogno di salute dei cittadini, ci sia la necessità di dire “Sì”:

  • All’implementazione delle competenze specialistiche per le professioni sanitarie e in particolare nel settore dell’emergenza/urgenza e nei servizi territoriali/domiciliari;
  • A implementare l’infermiere di famiglia e di comunità e ad un modello di sanità di iniziativa funzionale per il cittadino e non per i professionisti;
  • A standard minimi obbligatori sia professionali che organizzativi nelle strutture pubbliche e private;
  • A ridefinire i requisiti quantitativi e qualitativi dell’infermieristica nelle RSA
  • Ad un nuovo contratto;
  • Ad esercitare l’infermieristica in sicurezza e secondo normativa professionale.

 

Fabio Fedeli

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati