Questo sistema biventricolare è destinato a cambiare la prospettiva in tema di trapianti cardiaci.
Il Niguarda Cardio Center di Milano si conferma uno dei centri all’avanguardia nel trapianto di cuore e si prepara all’impianto del primo cuore artificiale che sostituisce sia il ventricolo destro che quello sinistro in maniera fisiologica. Se ne parlerà al 56esimo Convegno nazionale di Cardiologia, promosso dalla fondazione De Gasperis, iniziato ieri al NH centro congressi di Milanofiori.
“Continuiamo a soffrire per la carenza di donazioni – spiega Claudio Russo, primario di Cardiochirurgia –, e grazie alla ‘culla della vita’ siamo riusciti a reperire un numero maggiore di organi, potendo prelevare anche in sedi tradizionalmente considerate troppo lontane”.
Il riferimento è al sistema portatile di perfusione del cuore con sangue del donatore stesso, che permette di trasportare, dopo il prelievo, l’organo caldo e battente (insomma, vivo), consentendo tempi di trasporto più lunghi, fino a sette ore invece che quattro, in assoluta sicurezza. Il nuovo sistema è utilizzato da qualche anno dall’equipe di Russo con ottimi risultati, perché consente non solo di reperire organi a distanza ma permette di fare una valutazione completa per confermare l’idoneità del cuore da donatore.
Malgrado l’emergenza pandemica, il Niguarda Cardio Center, sostenuto dalla fondazione De Gasperis, ha continuato a trapiantare cuori e guarda con grande interesse all’arrivo del cuore artificiale Carmat, un device di produzione francese che permette di intervenire anche quando la compromissione della sezione destra del cuore impedisce l’impianto di sistemi di supporto meccanico al circolo di tipo sinistro (LVAD).
Con questo sistema biventricolare cambierà tutto, anche se, come viene spiegato al Convegno, “è sempre più importante accompagnare il paziente al trapianto”. Russo, che attua al Cardiocenter un programma trapiantologico all’avanguardia, aggiunge: “Oggi molti pensano che il cuore meccanico sia meno valido di quello umano, ma temporeggiare in una condizione di scompenso cardiaco cronico comporta il rischio di compromissione degli altri organi (fegato, reni, muscolo..) che, nelle forme più gravi può rendere il paziente non più trapiantabile”. Come è all’avanguardia il nuovo cuore artificiale: “Si comporta come un cuore vero: registra le aumentate richieste di pompa, le modificazioni della pressione arteriosa e del volume circolante, adattandosi alle nuove condizioni esattamente come un cuore normale”.
Redazione Nurse Times
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