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Coronavirus, Anelli (Fnomceo): "No ai test sierologici autosomministrati"
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Nel caso specifico del Covid-19 uno studio clinico pubblicato sulla rivista Nature Medicine, a cui hanno partecipato 285 pazienti guariti da Covid-19, ha evidenziato che a 19 giorni dalla guarigione tutti i partecipanti hanno prodotto anticorpi IgG, anche se non si hanno ancora dati sullo sviluppo di immunità al SARS-CoV-2.


I test sierologici Covid-19 servono a determinare la presenza di anticorpi IgM e IgG nel campione ematico del paziente e sono principalmente di due tipi: qualitativi e quantitativi.

I test qualitativi indicano se una persona ha sviluppato anticorpi IgM e/o IgG in risposta all’infezione, mentre i test quantitativi – che vengono eseguiti solo nell’ipotesi in cui il test qualitativo ha dato esito positivo – indicano non solo la tipologia ma anche la quantità di anticorpi prodotti.

I test sierologici qualitativi sono test immunologici per la rilevazione di anticorpi IgM e IgG contro il virus Sars-CoV-2 nel sangue intero umano, nel siero o nel plasma. Per farli è sufficiente una goccia di sangue del paziente che viene analizzata utilizzando uno speciale kit diagnostico in grado di dare il risultato in tempi rapidi. Per questo motivo i test qualitativi vengono chiamati anche test rapidi.

I test sierologici quantitativi invece richiedono un campione di sangue del paziente, raccolto tramite prelievo venoso, e vengono eseguiti con metodica ELISA (test immunoenzimatico), con un grado elevato di accuratezza e affidabilità. Il metodo ELISA è una tecnica di analisi sierologica che consente di determinare la presenza e la quantità di anticorpi, nel campione del paziente, contro una determinata proteina, chiamata antigene, appartenente a un agente patogeno. Nel caso del Covid-19, vengono misurati gli anticorpi che si legano ad una proteina virale specifica per il SARS-CoV-2.

Entrambi i test sierologici, sia qualitativi che quantitativi, non rilevano direttamente il virus, ma solo la presenza di anticorpi IgG e IgM all’infezione. Per questo motivo è richiesto, a conferma della diagnosi, un test molecolare (noto come PCR) eseguito su un campione prelevato dalle secrezioni del naso e dalla gola del paziente con un tampone.

Il materiale prelevato unicamente da personale specializzato e secondo una rigorosa procedura, viene poi sigillato e inviato in laboratorio per essere analizzato.


Il tampone naso-faringeo per la diagnosi del Covid-19 si basa sull’analisi dell’RNA, o acido ribonucleico, ovvero il materiale genetico del virus SARS-COV-2 Il test molecolare viene eseguito nel caso in cui i test sierologici abbiano dato esito positivo e/o il paziente manifesti i sintomi dell’infezione.


Come interpretare i risultati dei test sierologici


Il risultato di un test qualitativo può essere positivo, negativo o nullo:
-se il test ha dato un risultato positivo per le IGM e negativo per le IgG significa che il paziente molto probabilmente si trova in una fase acuta dell’infezione;
-se il test ha dato un risultato positivo sia per le IgM che per le IgG significa che il paziente molto probabilmente si trova in una fase attiva dell’infezione;
-se il test ha dato un risultato negativo per le IgM e positivo per le IgG significa che il paziente ha sviluppato e superato l’infezione;
-se il test ha dato un risultato negativo sia per le IgM che per le IgG significa che nel momento in cui è stato fatto il test il paziente non è entrato in contatto con il virus e di conseguenza non è presente l’infezione.

Può comunque essere opportuno valutare la possibilità che il paziente si trovi nel periodo finestra, ossia di incubazione dell’infezione; il test viene considerato nullo se l’area dei risultati del kit diagnostico non ha consentito una chiara interpretazione del risultato del test stesso.

Ciò avviene quando i rispettivi controlli dell’esecuzione del test risultano nulli, rendendo il test non analizzabile. In questi casi è consigliabile ripetere l’esame.


La presenza di questi anticorpi significa che il paziente ha avuto una risposta immunitaria al virus – e quindi ha contratto l’infezione – anche se non ne ha manifestato sintomi o li ha manifestati in forma lieve.

Fonte: GVM

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