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Nel Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Covid-19 manca l’infermiere

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Il primo anno del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Covid-19: dov'è la figura dell'infermiere?
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Nel famoso CTS ci sono direttori, ispettori, segretari, militari, presidenti di società medica, medici, ma di un infermiere non c’è traccia.

Mentre negli USA il neo eletto Presidente Biden nomina un’infermiera tra gli esperti nel consiglio consultivo Covid-19, in Italia nel famoso CTS di infermieri neanche l’ombra.

Nel Comitato Tecnico Scientifico manca l’infermiere

Hanno il destino della Nazione sulle spalle, studiano e si spremono le meningi per noi fino a decidere di adottare le migliori soluzioni.

Si consultano, ingoiano le dure critiche sul proprio operato, e guardano avanti sperando che l’ennesima presa di posizione sia quella giusta.

Il CTS, cioè il Comitato Tecnico Scientifico, l’affiatato gruppo sulle cui teste pendono milioni di spade di Damocle, è da un anno nel bene e nel male l’obiettivo dei pensieri di molti e di quasi tutti i cittadini italiani.

E’ sempre pronto a scendere in campo in ogni istante, anzi si potrebbe dire che sia sempre sul campo, sempre sul pezzo.

I consulenti esperti alla massima potenza, interessati, coinvolti, conoscono alla perfezione il terreno sul quale muoversi, coordinano con competenza tutti gli sforzi, per contrastare il Covid-19, integrandosi tra loro in un pool di sapienza massimizzata.

Ma c’è un problema: tanta erudizione non riuscirà mai a metterli in contatto con un pensiero utile in questa pandemia, come si sta dimostrando quello infermieristico.

Non sapranno mai cosa vuol dire rispondere all’emergenza facendo leva su paradigmi fondanti per l’infermiere, che lo hanno visto crescere in competenza e responsabilità negli ultimi anni.

Non potranno ascoltare il suo personale parere e strategie di “combattimento” sanitario come la resilienza, che ormai conoscono anche le pietre! Semplicemente perché al loro tavolo non c’è nemmeno l’ombra di un piccolissimo ed insignificante infermiere.

Perché accade questo? Percè al tavolo del Comitato Tecnico Scientifico manca l’infermiere?

La specificità e la competenza infermieristica riguardo l’assistenza, le nuove frontiere di una malattia globale e sconvolgente, hanno messo a dura prova il professionista, che sembrava nei primi momenti soccombere.

Ma pur con l’acqua alla gola e a costo della vita, è riuscito a distinguersi e a dimostrare di essere un pilastro portante del Sistema Sanitario Nazionale.

Il CTS, questo misterioso

Precisamente un anno fa, il 5 febbraio del 2020, grazie al decreto n°371 del Capo Dipartimento della Protezione Civile, venne istituito il Comitato Tecnico Scientifico (CTS).

Gli esperti nominati sono consulenti di supporto alle attività di coordinamento per affrontare l’emergenza da Covid-19. Questo comitato è formato da qualificati esperti appartenenti ad Enti e Amministrazioni statali.

L’ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione civile n°663 del 18/04/2020 e le successive n°673 del 15/05 e n°706 del 07/10/2020 ne ridefinirono la composizione.

Il Comitato tecnico scientifico è composto da:

Agostino Miozzo, Coordinatore dell’Ufficio Promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile del Dipartimento della protezione civile – con funzioni di coordinatore del Comitato

Silvio Brusaferro, Presidente dell’lstituto superiore di sanità

Claudio D’Amario, Direttore Generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute

Mauro Dionisio, Direttore dell’Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima-aerea e di frontiera del Ministero della salute

Achille Iachino, Direttore Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute

Sergio Iavicoli, Direttore Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’INAIL

Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”

Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della salute

Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco

Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della salute

Nicola Sebastiani, Ispettore Generale della sanità militare del Ministero della difesa

Andrea Urbani, Direttore Generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute

Alberto Zoli, rappresentante della Commissione salute designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome.

Altri esperti sono:

Massimo Antonelli, Direttore del Dipartimento emergenze, anestesiologia e rianimazione del Policlinico Universitario “A. Gemelli”

Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento Scienze dell’invecchiamento, neurologiche, ortopediche e della testa – collo del Policlinico Universitario “A. Gemelli”

Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto di medicina delle catastrofi, con compiti di segreteria del Comitato

Ranieri Guerra, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Francesco Maraglino, Direttore dell’Ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale del Ministero della salute

Luca Richeldi, Presidente della Società italiana di pneumologia

Alberto Villani, Presidente della Società italiana di pediatria.

Con la ord. N°673 del 15 maggio il gruppo si è integrato con:

Giovannella Baggio, Presidente del Centro studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere

Elisabetta Dejana, Membro del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della salute

Rosa Marina Melillo, Professore Patologia Generale presso l’Universita’ “Federico II” di Napoli

Nausicaa Orlandi, Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei chimici e dei fisici

Flavia Petrini, Professore Settore Scientifico Disciplinare – Anestesiologia – Dipartimento di Scienze Mediche Orali e Biotecnologiche dell’Università degli Studi G.d’Annunzio (Ud’A) di Chieti-Pescara

Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale Cura della Persona e Welfare della Regione Emilia-Romagna.

La FNOPI venne chiamata, ma poi..

Il ministro della salute, Roberto Speranza, il 23 gennaio 2020 chiamò a far parte di una task force di coordinamento degli interventi, la Federazione nazionale degli ordini degli infermieri (FNOPI). Partecipò alla prima riunione la presiedente Barbara Mangiacavalli.

Dopo di allora si ebbero altri timidi segnali di attingere al sapere infermieristico anche da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. L’occasione fu l’avvento del decalogo riferito al nuovo Coronavirus, in data 17 febbraio 2020, al quale aderirono molti ordini professionali sanitari tra i quali FNOPI, Società scientifiche e regioni.

Mi chiedo se aderire sia sinonimo di “partecipare alla stesura”!?

Successivamente più che altro, la parola task force venne riferita al reclutamento di infermieri per i punti strategici nei quali assicurare una forte presenza dei professionisti: aeroporti per i controlli, ospedali al collasso di risorse, ecc..

Negli USA un’infermiera tra gli esperti scientifici Covid-19

All’estero la faccenda assume aspetti diversi.

Jane Hopkins, un’infermiera statunitense di Seattle, è stata scelta dal presidente Joe Biden e dal vicepresidente Kamala Harris per far parte del loro comitato consultivo nazionale COVID-19.

Una spinta unanime è rimbalzata subito con una petizione tra i lavoratori del settore a favore di una rappresentanza infermieristica.

La Hopkins avrà il compito di aiutare il presidente e il vicepresidente neo eletti a sviluppare un piano stategico per contenere il virus fino a quando l’effetto dei vaccini non favorirà un decremento della pandemia.

L’infermiera specializzata in salute mentale, nata in Sierra Leone e immigrata negli Stati Uniti nel 2000, è vicepresidente esecutivo del sindacato SEIU Healthcare 1199 NW.

Inoltre è stata membro attivo del movimento Black Lives Matter, avendo ricevuto il Black Lives Matter Award dal SEIU Washington State AFRAM Caucus.

Il SEIU (Service Employees International Union) uno dei più grandi sindacati del Paese, rappresenta quasi 1,9 milioni di lavoratori in oltre 100 tipologie di attività occupazionali negli Stati Uniti e in Canada.

Jane Hopkins sarà affiancata da Jill Jim, membro della Navajo Nation e direttore esecutivo del Navajo Nation Department of Health.

Prevista la presenza di David Michaels, epidemiologo e professore di salute ambientale e occupazionale presso la Milken Institute School of Public Health, George Washington University.

Le parole del Presidente Biden

Il Presidente Biden ha affermato: “Con il diffondersi di COVID-19 in tutto il paese, ho bisogno di un team che mi consigli e di una transizione che offra diverse prospettive e punti di vista.

La signora Hopkins, il dottor Jim e il dottor Michaels rafforzeranno il lavoro del consiglio e contribuiranno a garantire che la nostra pianificazione COVID-19 affronti le disuguaglianze nei risultati di salute e nella forza lavoro “.

La speranza futura: maggiore apporto scientifico infermieristico

Si spera che dopo aver spento la candelina del primo anno di vita, il Comitato Tecnico Scientifico apra le porte alla scienza infermieristica.

Ci si augura esserci un posto per gli esperti dell’assistenza, colori i quali sono ormai intrisi della giusta conoscenza acquisita sul campo.

L’attuale ed innovativo approccio alla presa in carico e gestione del paziente ha reso l’infermiere protagonista indiscusso in tutto il globo.

Ora lo vorrebbe ora spingere verso una nuova era di riconoscimento sociale, professionale ed umano.

Solo in tal modo si giungerà alla perfetta unanimità di saperi ed integrazione di qualità che servono per combattere uniti contro la catastrofe del Covid-19.

Giovanni Trianni infermiere legale forense

Ministero della Salute

FNOPI

www.seiu1199nw.org

wikipedia

komonews.com

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