Lucio Marrocco si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto: non reggeva più lo stress da lavoro.
Nel Cosentino la pandemia sta letteralmente flagellando gli operatori sanitari. In meno di due settimane sono deceduti un medico, un infermiere e un’operatrice socio-sanitaria, mentre una cinquantina di loro colleghi risultano al momento contagiati e tre infermieri lottano per la vita.
Una situazione drammatica, alla quale va ricondotto anche il suicidio di Lucio Marrocco, 56 anni, responsabile della campagna vaccinale per l’Azienda ospedaliera di Cosenza, lanciatosi nel vuoto perché in preda allo stress da lavoro. «Quella di Lucio è una morte bianca – ha detto la moglie Simona Loizzo, anche lei medico –. Lui era come un operaio posto su una impalcatura e sprovvisto di imbracatura. Era a capo di una struttura che poteva contare su appena due assistenti, e ora non gli sarà riconosciuta neppure la pensione perché lavorava solo da vent’anni».
E ancora: «Mio marito è una vittima del lavoro. Negli ultimi tre mesi ha trascorso in ospedale dalle 14 alle 15 ore al giorno. Ha lavorato gratis per ben 1.200 ore, rinunciato ai fondi speciali riservati ai medici impegnati nella lotta alla pandemia. Era stanco. Insieme ai nostri figli gli avevo consigliato di dimettersi, ma lui ci aveva risposto: “piuttosto mi uccido!”».
Redazione Nurse Times
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