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Coronavirus, sì alla mascherina chirurgica per i bambini dai 12 mesi in su

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Coronavirus, sì alla mascherina chirurgica per i bambini dai 12 mesi in su
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Uno studio della Sapienza Università evidenzia l’assenza di controindicazioni.

“I bambini dai 12 mesi in su possono indossare la mascherina chirurgica senza controindicazioni”. Così Riccardo Lubrano, direttore del Dipartimento Materno-infantile della Sapienza Università di Roma, Polo Pontino, che ha guidato uno studio scientifico pubblicato il 2 marzo 2021 sulla rivista Jama Network, dal titolo Assesment of respiratory function in infantsand young children wearing face masks during the Covid-19 pandemic.

“Questa ricerca – ha spiegato Lubrano – nasce dal bisogno di verificare le linee guida in cui si afferma che i bambini sotto i sei anni non devono utilizzare le mascherine chirurgiche perché potrebbero essere dannose per la loro salute. In realtà queste linee guida non hanno avuto alcuna verifica tecnica, né c’é alcun articolo che tecnicamente dimostri se questi bambini possano o meno utilizzare la mascherina chirurgica”

La mascherina, il lavaggio delle mani e il distanziamento restano i tre punti ineluttabili per evitare la diffusione di un’infezione: “Anche se il bambino non si ammala gravemente, è comunque un trasportatore del virus e deve essere salvaguardato soprattutto per salvaguardare chi gli sta intorno. Con il vaccino faremo l’immunità di gregge ma rispettando le misure di sicurezza ostacoleremo in modo più empirico la diffusione del virus”

La ricerca ha quindi voluto verificare se effettivamente le mascherine chirurgiche fossero pericolose nei primi anni di vita. “Fortunatamente – fa sapere il presidente della Società italiana di medicina emergenza e urgenza pediatrica (Simeup) – abbiamo un nuovo tipo di attrezzatura che ci permette di monitorare un parametro tecnico, la CO2 di fine espirazione, che si altera molto prima della saturazione di ossigeno e ci permette di vedere immediatamente se questo dispositivo sia pericoloso”.

Il campione di studio è stato costituito da un gruppo di oltre 40 bambini, alcuni sopra i due anni e altri sotto i due anni: “Li abbiamo monitorati per 30 minuti per osservare i parametri di base. Successivamente per altri 30 minuti li abbiamo tenuti con la mascherina mentre giocavano tranquilli, come se stessero all’asilo. Infine per altri 15 minuti li abbiamo fatti camminare velocemente, un walking test”. In totale si è trattato di un percorso di un’ora e un quarto “in cui abbiamo registrato l’andamento della saturazione, della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria, nonché la pressione parziale di fine espirazione per l’anidride carbonica (EpCO2)”

Il risultato di questo esperimento? “L’uso della mascherina non ha modificato alcun parametro, sia nei bambini più grandi che in quelli di 12 mesi – conferma lo studioso –, e questo significa che il bambino può tenere la mascherina e ostacolare la diffusione del virus”

Un altro importante studio pubblicato sul New England riprendeva, a proposito del Covid-19, “il vecchio concetto della variolizzazione ribadendo che se tutti usassimo la mascherina chirurgica diminuirebbe la possibilità di infettare in quanto diminuisce la carica virale che trasmettiamo”. Ed è importante “che anche i bambini siano immessi in quest’opera di prevenzione che ha già dato risultati tangibili: quest’anno è cambiato il quadro nei pronto soccorso pediatrici; l’infettività è crollata; non abbiamo avuto polmoniti e bronchioliti; l’uso degli antibiotici ha raggiunto livelli bassissimi”.

Continua il presidente Simeup: “Le mascherine chirurgiche sono da molti demonizzate in modo inopportuno. Invece le famiglie devono farla indossare ai bambini, farla passare come un gioco per convincerli a tenerla, soprattutto quando si va in luoghi pubblici e/o affollati come i supermercati”. La mascherina chirurgica, però, protegge solo se usata in modo universale da tutti, “altrimenti occorre cambiare modello di mascherina per garantire la protezione anche a chi la indossa”.

Conclude Lubrano: “Sotto la lente di ingrandimento, al momento, ci sono alcune particolari categorie di bambini a rischio, e stiamo cercando di capire quale tipologia di mascherina potranno portare. Entro 20 giorni saranno probabilmente pubblicati tali dati. È necessario vedere come proteggere le categorie più fragili. Un bambino cardiopatico che già di per sè ha problemi di portata cardiaca e saturazione, con la mascherina potrebbe avere difficoltà. Bisogna studiare come proteggere i più deboli. L’immunità di gregge protegge tutti, ma è soprattutto un dovere sociale verso i più deboli: loro, in molti casi, sono protetti dagli altri”

Redazione Nurse Times

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