Arriva l’undicesima vittima: una donna di 76 anni. Gli aggiornamenti dall’Istituto Superiore della Sanità
“Sappiamo che nelle realtà ospedaliere possono esserci delle infezioni correlate all’assistenza, lo sappiamo da sempre. Sappiamo anche che possono essere prevenute, una parte di essere può esserlo, ad oggi non abbiamo elementi per fare questo collegamento”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, rispondendo a una domanda sulle eventuali falle di gestione dell’emergenza di coronavirus nell’ospedale di Codogno.
Il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza risponde “In Italia c’è una popolazione anziana e si spiegano così i tassi di mortalità del 2-3%. Gli anziani sono più fragili, lo vediamo con l’influenza. Da quest’ultima possiamo proteggerli con il vaccino; non essendoci il vaccino per il Coronavirus c’è la mortalità. L’unica maniera per proteggerli è circoscrivere i focolai come si sta facendo. Prima che fosse individuato il ‘caso indice’, vale a dire il 38enne di Cologno, il coronavirus era già in circolazione nel lodigiano da una/due settimane”.
Giovanni Rezza ha poi confermato che “il focolaio è abbastanza circoscritto. Quasi tutto è riconducibile all’epicentro dell’epidemia, che si trova nel lodigiano. Poi ci sono un paio di focolai più piccoli in Veneto. Ma gli altri sono casi che vengono dall’epicentro dell’epidemia”.
Il ruolo dell’ISS
L’Istituto Superiore di Sanità è incaricato di confermare l’eventuale positività dei test diagnostici e di screening condotti dai laboratori sul territorio. Nel momento in cui un esame dà esito positivo il campione viene inviato fisicamente all’Istituto, dove viene portato in genere dai Carabinieri dei Nas. Una volta preso in consegna il campione se ne estrae l’Rna e, attraverso una tecnica chiamata Pcr Real Time, viene amplificata la quantità di genoma del virus SARS-CoV-2 eventualmente presente. Il test richiede 4-5 ore, e i tecnici lavorano su turni che iniziano alle 6 del mattino e terminano alle 3 del mattino dopo tutti i giorni, garantendo circa 200 esami al giorno. Il risultato viene comunicato alle autorità competenti sia italiane che internazionali (Ecdc, Oms).
Oltre all’attività di laboratorio l’Iss ha inviato alcuni esperti in Lombardia, in accordo con le autorità locali, per supportare l’attività di contrasto all’epidemia. A questo si aggiunge la formazione, con un corso Fad in preparazione specifico per il Sars-CoV-2 e dedicato agli operatori e la comunicazione, con una task force specifica che ha prodotto ad esempio il decalogo promosso insieme al Ministero della Salute sui comportamenti corretti, che è stato appena aggiornato.
Intanto è morta all’ospedale di Treviso la donna di 76 anni, positiva al Coronavirus. La donna era stata ricoverata oggi in rianimazione per complicanze respiratorie. Lo rende noto la Regione Veneto. Le vittime ora sono undici: 9 in Lombardia e 2 in Veneto.
La mappa dell’epidemia da coronavirus in Tempo reale
Redazione Nurse Times
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