“Il virus è cambiato? L’estate ci aiuta? Non penso. Penso invece che i casi registrati tra luglio e agosto rappresentino l’innesco di una seconda ondata” sono queste le parole del responsabile dell’emergenza epidemiologica della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco. Solo due giorni fa, infatti, la Puglia registrava 16 nuovi positivi al coronavirus. Cinque nella provincia di Bari, 1 della Bat, Brindisi e Lecce, 3 della provincia di Foggia e 5 di residenza ancora non nota. La causa del contagio sarebbe da ricontrarsi nei ritorni dalle vacanze all’estero.
I sei contagiati del barese sarebbero, infatti, tre persone rientrate dalla Grecia. A questi si aggiungerebbero un contatto stretto di un caso già accertato e sorvegliato di Altamura, un caso già in isolamento fiduciario e un uomo di 83 anni sintomatico ricoverato nel reparto di Rianimazione del Policlinico.
Il caso in provincia di Brindisi riguarda un pugliese che lavora in Emilia Romagna ed è stato di recente in vacanza in Croazia. “È venuto in Puglia dove si trovano i suoi parenti: si è subito autosegnalato e ha riferito che un contatto stretto al rientro in Italia dalla Croazia era risultato positivo. È stato sottoposto a tampone e si trova in isolamento fiduciario” ha detto il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone.
In provincia di Lecce si tratta di 5 migranti domiciliati nelle aree di isolamento di un centro di accoglienza e una persona che ha avuto contatti con uno dei giovani salentini rientrati positivi da Malta. Invece per il Foggiano si tratta di 2 collegati a focolai preesistenti e un cittadino straniero presente sul territorio provinciale.
Coronavirus in Puglia, il commento di Lopalco
Il responsabile dell’emergenza epidemiologica della Regione, Pier Luigi Lopalco, ha commentato: “L’aumento dei casi recenti ha chiaramente un andamento completamente diverso da quello registrato a fine febbraio. Il virus è cambiato? L’estate ci aiuta? Non penso. Penso invece che i casi registrati tra luglio e agosto rappresentino l’innesco di una seconda ondata. Lo stesso innesco che a febbraio, semplicemente, non abbiamo rilevato e che poi ha provocato la grande ondata“.
“I casi che registriamo oggi sono di età più giovane e di gravità mediamente molto più lieve dei casi di febbraio. Sono dunque quei casi che a quel tempo non erano per nulla intercettati dal sistema di sorveglianza. In definitiva, le onde di oggi sono quelle di una mareggiata. Se siamo bravi a contenerle, probabilmente non svilupperanno lo tsunami”.
Fonte: la Repubblica
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