L’esperto della Emory University di Atlanta a tutto campo in un’intervista concessa al Fatto Quotidiano.
«La variante Delta è senz’altro più contagiosa rispetto al virus “originale”, ma bisogna fare attenzione quando si dice che “buca” il vaccino, in quanto lo fa – se e quando lo fa – solo in termini di rischio di essere infettati. Se si parla di infezioni con malattia severa o di mortalità, l’efficacia protettiva dei vaccini rimane intorno al 95-96%». Così Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.
Per quanto riguarda la durata della pandemia, Silvestri ha spiegato: «Nessuno lo può dire, e di previsioni sballate ne abbiamo sentite abbastanza: dal virus clinicamente morto ai 1.300 morti al giorno che ci sarebbero stati a luglio 2021 se avessimo aperto a fine aprile. Ma una cosa è certa: si andrà sempre più nella direzione di misurare l’impatto del Covid in termini di morti e di ricoveri in terapia intensiva, piuttosto che di positivi».
E sulle affermazioni di Anthony Fauci, capo consulente medico della Casa Bianca, secondo il quale nei già vaccinati la carica virale è la stessa: «In realtà su questo punto sappiamo ancora poco, e molti aspetti rimangono oscuri sulla virologia dell’infezione breakthrough da virus Delta che avviene nei soggetti vaccinati, soprattutto in termini di durata e di capacità di trasmettersi. Recentemente ho avuto la sensazione che alcune dichiarazioni di Tony Fauci siano state tirate un po’ per la giacchetta per dimostrare tesi preconcette, che minano il razionale della nostra campagna vaccinale».
Silvestri ha detto la sua anche sui no vax: «Fare del sensazionalismo sulla presunta inefficacia dei vaccini nel contenere i contagi, senza ricordare l’effetto straordinario nel ridurre i casi severi e i morti (basti guardare i dati del Regno Unito) porta acqua al mulino dei no vax. Da mesi sono arrivato alla conclusione che si sia formata un’alleanza di fatto tra gli scettici dei vaccini e i fanatici delle chiusure. La miglior soluzione, a mio avviso, è vaccinare quante più persone possibile, giovani compresi. Chi si è vaccinato deve però poter tornare a fare una vita normale. Terze e quarte dosi di vaccino anti-Covid serviranno, e non credo sarà la fine del mondo, specie se questo riuscirà a ridurre i morti e a far circolare meno il virus».
Redazione Nurse Times
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