In molti richiedono certificati medici che attestino patologie incompatibili col vaccino anglo-svedese per poter ricevere il siero Pfizer.
Dire di essere diabetici, oncologici in trattamento o affetti da malattie rare, respiratorie, cardiache, grave obesità. In tantissimi lo fanno per essere considerati soggetti fragili e poter così rifiutare il vaccino AstraZeneca, ottenendo in sostituzione quello Pfizer. La conferma arriva da tanti medici, che raccontano di ricevere continuamente richieste di certificati che attestino patologie non compatibili col siero anglo-svedese.
“C’è da preoccuparsi – commenta Silvestro Scotti, segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) –. Dopo i 65 anni, tutti hanno una patologia, tutti sono vulnerabili. E che si fa, Astrazeneca non lo usiamo più? In Inghilterra lo hanno usato per tutti e non è successo nulla. Noi siamo tenuti a certificare la patologia, poi sarà il medico vaccinatore a decidere come procedere: la responsabilità è tutta sua”.
Vanno a ruba anche le richieste di esami per la coagulazione del sangue. “Io spiego che non serve a nulla – continua Scotti –, ma se lo fanno lo stesso e arricchiscono i laboratori privati”. E molti usano l’aspirina: “Sì, molti usano cardioaspirinina nelle fasi pre e post-vaccino. Pura follia. Chi ha una gastrite rischia un’emorragia gastrointestinale. Ribadisco che nell’ordinanza di Figliuolo quel vaccino è raccomandato per tutti gli over 60, senza alcuna specifica per i pazienti con cronicità”.
Anche il premier Mario Draghi è sceso in campo per difendere il vaccino AstraZeneca: “L’abbiamo fatto anche mia moglie e io”. Le disdette, però, piovono ugualmente da tutta Italia. In Puglia raggiungono il 50%. In Sicilia addirittura l’80%. In Umbria si contano anche mille disdette al giorno. Nella sola Sassari rinuncia circa il 14% deglia evnti diritto, e a Reggio Calabria si toccano punte del 70%.
Redazione Nurse Times
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