Lo sostengono gli esperti di Aaiito e Siaaic, pur rimarcando l’opportunità di uno stretto controllo medico.
Secondo gli esperti dell’Associazione allergologi immunologi italiani territoriali e ospedalieri (Aaiito) e della Società italiana di allergologia asma e immunologia clinica (Siaaic), i cittadini allergici non andrebbero esclusi dalla campagna di vaccinazione anti-Covid. Stando alle linee guida specifiche, i soggetti che hanno già manifestato reazioni anafilattiche o reazioni a precedenti vaccini, sebbene necessitino di una gestione più specifica e individualizzata, possono accedere alla vaccinazione sotto stretto controllo medico.
I primi dati disponibili sui vaccini Pfizer-BioNtech e Moderna evidenziano un tasso di reazioni anafilattiche di 11,1 casi per un milione di dosi somministrate. Si tratta di un dato più alto di quello legato al vaccino antinfluenzale, fermo a 1,3 casi per milione, anche se una reazione avversa grave resta molto rara. “I sintomi sono comparsi nel giro di 13-15 minuti – spiega Beatrice Bilò, co-autrice delle linee guida –. Quindi è corretta la decisione delle autorità di trattenere i pazienti per almeno 15 minuti dopo la vaccinazione”.
Per chi ha una storia pregressa di reazioni allergiche gravi o ha sviluppato una reazione alla prima dose, e per chi soffre di asma bronchiale non controllata, l’osservazione dovrebbe essere prolungata a un’ora. Si raccomanda poi l’utilizzo preventivo di antistaminici dal giorno precedente e la stabilizzazione della malattia di base. Inoltre il vaccino andrebbe somministrato in ambienti con disponibilità immediata dei presidi per le emergenze anafilattiche.
“Le linee guida – dichiara Riccardo Asero, presidente Aaiito – hanno l’obiettivo di uniformare il comportamento su tutto il territorio nazionale e sono in costante aggiornamento in relazione alle nuove acquisizioni scientifiche”.
Redazione Nurse Times
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