“Lo stipendio degli oss è passato da 1.400 euro al mese (busta paga della precedente cooperativa) a poco più di 1.000 (busta paga della società pubblica Social Team). In altre parole, la società datrice di lavoro sta generando liquidità propria, trattenendo somme dalle buste paga dei dipendenti”. Gloria Favret, consigliera comunale di Cordenons (Pordenone), spiega così il caos scoppiato nella locale casa di riposo, dove le condizioni contrattuali dei dipendenti sarebbero cambiate, in peggio, col recente passaggio di consegne nella gestione della struttura.
La tensione ha raggiunto l’apice giovedì scorso, quando gli oss sono entrati in sciopero, garantendo solo i servizi essenziali. Alcuni parenti degli anziani ospiti hanno chiamato le forze dell’ordine, che sono arrivate sul posto, e dopo qualche ora il presidente della casa di riposo si è dimesso. Stando a quanto emerso, il nuovo gestore, ossia Social Team, avrebbe compensato la decurtazione in busta paga degli oss con un contratto che prevede 14 mensilità, contro le 13 del precedente.
“Una quattordicesima che tale non è – sostiene Favret -, perché la quattordicesima serve a integrare la retribuzione, aggiungendo alle altre buste paga un quid in più. Ma non serve affatto, come vorrebbero Social Team e il Cda, a compensare ciò che viene tolto dalle buste paga mensili ordinarie”.
La questione è diventata ben presto politica, con Favret all’attacco del sindaco di Cordenons, Andrea Delle Vedove: “Non provi ad assegnare responsabilità a sindacati o oss, perché le condizioni in cui i dipendenti si trovano ora sono state volute unicamente da lui e dal presidente della casa di riposo. Il tutto – è giusto ricordarlo – nonostante un durissimo parere negativo della Corte dei conti, che ha bocciato l’operazione Social Team e il Cda per non aver garantito gli interessi primari dell’ente pubblico Asp”.
Sempre Favret: “Il Cda della casa di riposo dovrebbe subito dimettersi in blocco, restituendo all’ente tutti gli emolumenti percepiti quale principio di indennizzo agli ospiti e ai famigliari per il danno arrecato. E anche il sindaco dovrebbe dimettersi, poiché ha imposto lui a Cordenons questa società, che da molto tempo non gode di buona reputazione”.
Intanto è iniziato l’esodo degli oss dalla struttura. “Ad aprile sono venuti a mancare all’appello una decina di oss per le cattive condizioni di lavoro imposte dal nuovo datore. Il 15 maggio se ne sono dimessi altri quattro. Ora si attendono altre dimissioni. Bene hanno fatto gli operatori socio-sanitari a protestare per le condizioni di lavoro indegne, e ben hanno fatto i famigliari a far intervenire le forze dell’ordine. I danni che ospiti e famigliari stanno subendo si potevano senza dubbio evitare. Non si fanno giochetti di potere sulla pelle dei più fragili”.
Redazione Nurse Times
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