Una carenza critica di infermieri sta spingendo le autorità sanitarie del Lazio a ricorrere a costosi appalti milionari alle cooperative, sollevando preoccupazioni sulla stabilità del personale e sull’uso inefficiente delle risorse finanziarie pubbliche.
Nell’articolo di Clemente Pistilli pubblicato su Repubblica emergono tutte le contraddizioni di un sistema sanitario in crisi, che crea precariato e non rispetta la dignità lavorativa di infermieri, medici e oss.
Nelle strutture pubbliche del Lazio, non sono solo i medici a essere in forte domanda, ma anche gli infermieri, il cuore pulsante dell’assistenza sanitaria. La cronica mancanza di infermieri ha spinto le Asl a bandire appalti milionari, attingendo al pool di cooperative. Le assunzioni dirette invece restano un miraggio e i lavoratori precari continuano a essere un esercito senza prospettive di stabilità occupazionale.
Un esempio recente è emerso con l’Asl Roma 2, che gestisce le strutture sanitarie nel centro di Roma.
Un appalto da oltre 10 milioni e mezzo di euro è stato indetto per garantire il supporto all’assistenza infermieristica, in un contratto della durata di due anni con la ditta romana Nuova Sair società cooperativa sociale integrata.
Tuttavia, l’attuale situazione ha rivelato una discrepanza significativa: l’Asl dispone attualmente solo di 42 infermieri, mentre per mantenere operativi gli ospedali nel centro della capitale ne sarebbero necessari ben 300.
Il 3 agosto scorso, i contratti con le cooperative sono stati prorogati nell’attesa di una “nuova procedura ad evidenza pubblica”. Ciò solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e sull’efficienza delle procedure di reclutamento. L’eventuale internalizzazione del servizio richiederebbe un concorso pubblico e assunzioni dirette, un investimento che porterebbe non solo a una spesa economica ma anche a un arricchimento del capitale umano dell’Asl.
Questa pratica non è isolata, ma piuttosto un problema diffuso tra le diverse aziende sanitarie del Lazio. La consigliera dem Eleonora Mattia ha sollevato la questione in un recente consiglio regionale, evidenziando gare simili bandite anche da altre Asl, come l’Asl Roma 4. In totale, mancano centinaia di infermieri in varie strutture, una carenza che minaccia l’erogazione di servizi essenziali.
La risposta delle autorità, comunicata dall’assessore ai rifiuti Fabrizio Ghera, sembra indicare che il ricorso alle cooperative è una soluzione temporanea.
Tuttavia, le dichiarazioni fanno emergere una situazione paradossale: nonostante le procedure concorsuali siano in corso, il problema persiste e l’outsourcing continua ad essere la norma.
Ghera ha dichiarato che la Regione Lazio ha autorizzato due nuove procedure concorsuali, ma l’esito rimane incerto. Nel frattempo, l’Asl Roma 2 ha bandito un concorso per infermieri con oltre 19.000 partecipanti, mentre la Fondazione Policlinico Tor Vergata ha ricevuto 22.000 candidature per operatori sociosanitari. Questi numeri indicano chiaramente una domanda repressa di posti di lavoro nel settore sanitario.
La situazione mette in evidenza la necessità di una riflessione approfondita sulle politiche di reclutamento e sulla gestione delle risorse nel settore sanitario del Lazio. Mentre il denaro pubblico viene speso in appalti milionari, la stabilità occupazionale e la qualità dei servizi rischiano di restare compromesse.
La speranza ora è che le nuove procedure concorsuali possano portare a un cambiamento di rotta, invertendo la tendenza agli sprechi e garantendo un uso più efficiente delle risorse pubbliche nel settore della salute.
Redazione NurseTimes
Fonte: https://roma.repubblica.it
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