“Il contributo per i lavoratori delle fasce di confine previsto dalla Finanziaria non fermerà la fuga del personale sanitario. Porterà al massimo il 20% in più del tabellare: parliamo di 350 euro in più per gli infermieri. Diversa la situazione dei medici, che potrebbero raggiungere i 750 euro mensili, in ogni caso lordi. A queste condizioni quella tassa non potrà essere un incentivo in grado di fermare la fuga di infermieri verso la Svizzera, e nemmeno verso il privato”. Così Salvatore Ferro, segretario territoriale di Nursind Varese.
Il sindacato infermieristico ha annunciato uno sciopero per il 17 novembre. Tra i motivi dell’astensione, le decisioni del Governo in tema di pensioni, che avranno serie ripercussioni sugli infermieri, già insoddisfatti per i propri stipendi, tra i più bassi d’Europa. Si prevede infatti che un infermiere assunto nel 1992 possa perdere 6mila euro lordi all’anno di pensione.
“Lo spiraglio aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, non basta a tranquillizzarci – dichiara Donato Cosi, segretario territoriale di Nursind Lombardia e componente della direzione nazionale del sindacato -. Sono cifre inaccettabili. Inoltre il cambio di regime previdenziale così improvviso non darebbe neppure il tempo di ragionare su una exit strategy”.
E il rischio, sempre più concreto, è che ben presto si possa assistere a un esodo di almeno 13mila infermieri che andranno in prepensionamento, come riferisce la Fnopi.
Redazione Nurse Times
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