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Conosciamo Angelo DE ANGELIS, infermiere candidato alle elezioni degli organi direttivi Ipasvi di Roma

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Conosciamo Angelo DE ANGELIS, infermiere candidato alle elezioni degli organi direttivi Ipasvi di Roma
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Speciale intervista ad Angelo De Angelis, infermiere candidato alle prossime elezioni degli organi direttivi ipasvi di Roma

L’ipasvi di Roma si rinnoverà nei giorni 26-27-28 novembre.

Angelo come mai questa scelta di scendere in campo per il collegio provinciale di Roma come indipendente al di fuori di ogni possibile lista. Non credi che sia una scelta un pò inusuale?

“Questa mia scelta arriva dopo 37 anni di carriera e in questo momento proprio perchè, dal 1994, mai come ora, la situazione per la professione è in fermento e lo è anche grazie al lavoro attento e puntuale della nostra presidente nazionale, dott.ssa Barbara Mangiacavalli.

In un clima così dinamico credo sia necessario un contributo fattivo almeno dei colleghi più impegnati, come me, nella promozione ed evoluzione della nostra professione. Proprio per questo vorrei poter mettere la mia lunga esperienza e tutte le competenze maturate in questo lungo periodo a disposizione della professione.

Sulla scelta di correre da solo come indipendente è una esigenza che nasce dalla mia necessità personale di non avere legami e lacci di nessun tipo.

Sappiamo tutti benissimo che anche all’interno dei collegi ci sono alchimie politiche e equilibri istituzionali, anche se a parere mio così non dovrebbe essere, ed è proprio per questo che ho scelto di voler essere indipendente da tutto e da tutti perchè  qualunque lista si affermerà, se dovessi essere eletto, conserverei il mio spirito critico, rimanendo la voce di quei colleghi che tutti i giorni lavorano nelle corsie e nei servizi. Metterei così a disposizione la mia  profonda conoscenza di questa realtà all’interno del futuro consiglio direttivo”.

 

Non crede che essere un consigliere su 15, quindi in minoranza, possa limitare la sua voglia di essere ciò che ha appena detto e che La releghi ad un ruolo minoritario e poco incisivo?

“Non credo perchè comunque sono convinto che chiunque verrà eletto sarà in ogni caso animato da buoni propositi.

Quindi integrarsi e portare il mio contributo non sarà così difficile, inoltre con molti dei candidati c’è una conoscenza personale ed al di là delle varie posizioni diciamo così politiche il progresso e l’affermazione della nostra professione dovrebbero essere un obiettivo comune…

Anzi perdonatemi per la mia presunzione: credo di poter essere un valore aggiunto in seno al nuovo consiglio direttivo proprio per la mia vicinanza, essendo uno di loro da 37 anni, ai professionisti che silenziosamente ogni giorno con sacrificio e professionalità mandano avanti il carrozzone scalcinato della sanità di Roma e laziale. Inoltre chiaramente più voti riuscirò a raccogliere e più forte sarà la mia voce in quell’ambito; per questo spero di raccoglierne tantissimi”.

 

Quali sono gli obiettivi che intende perseguire se sarà eletto?

“Direi che ci sono obiettivi che la professione deve necessariamente raggiungere, che sono su due livelli: un primo livello è diciamo così più generale e riguarda situazioni poste ad un livello nazionale.

Per queste politiche, essendo il consiglio direttivo ed il presidente della FNC IPASVI una emanazione diretta dei vari collegi provinciali appare quanto meno indispensabile che nel livello locale nascano le istanze e gli stimoli giusti perchè ci sia un’azione sinergica e puntuale della FNC. Direi che questi obiettivi debbano essere:

  • trasformazione del collegio in ordine, in discussione con il ddl Lorenzin, risultato che va assolutamente portato a casa;
  • valorizzazione della figura dell’infermiere tramite le competenze avanzate ed un’attenzione diversa verso il territorio (infermieristica di famiglie e quant’altro);
  • uno spostamento del focus della nostra sanità dal curare al prendersi cura come strumento di reale valorizzazione della nostra professione con infermieri padroni del loro tempo e del tempo di cura in ogni setting;
  • una lotta serrata e senza tregua ad ogni forma di demansionamento e di sfruttamento dei professionisti infermieri utilizzando ed implementando modelli organizzativi moderni e centrati sull’utente;
  • gestire e guidare il cambiamento e le potenzialità insite nell’implementazione delle competenze avanzate che vanno intese come un’opportunità per tutti i professionisti.Viste in quest’ottica possono avere una grande valenza anche nella lotta al demansionamento attualmente scientificamente e sistematicamente praticato dalle varie organizzazioni sanitarie;
  • promuovere e facilitare l’uscita dei professionisti infermieri dal comparto sanità ed equipararli da un punto di vista contrattuale alla dirigenza medica come di diritto;
  • lotta senza quartiere allo sfruttamento degli infermieri libero professionisti da parte di aziende e cooperative, puntando quindi l’affermazione di un equo compenso per le prestazioni in libera professione con possibilità di deroga al contratto pubblico sul vincolo di esclusività di rapporto con possibilità di esercitare la libera professione;
  • per ultimo, ma non da ultimo, credo sia necessaria una revisione del sistema formativo universitario che è rimasto una brutta copia dei vecchi corsi regionali. Vanno rivisti i programmi, i tirocini formativi ed il metodo di selezione dei docenti, favorendo un ricambio; ed infine arrivare al più presto all’istituzione di una facoltà di nursing.

Forse magari dimentico qualcosa ma a grandi linee questi credo siano gli obiettivi per il prossimo triennio della FNC, con partenza da un livello provinciale. Senza dimenticare quanto detto sopra, punterei su:

  • una lotta più convinta e serrata ad ogni sorta di abusivismo;
  • un intervento diretto anche di tipo deontologico/professionale sulla dirigenza infermieristica che deve adeguarsi a standard moderni di gestione e deve smettere di essere promotrice e complice interessata del più bieco demansionamento utilizzando i professionisti come tuttofare, come la soluzione ad ogni carenza delle strutture che dirigono;
  • mettere voce autorevole sui progetti della regione in termini di offerta sanitaria, di implementazione dei servizi territoriali(vedi case della salute) dell’infermieristica di famiglia e di comunità, nonchè della riorganizzazione e della gestione del servizio di emergenza territoriale ed ospedaliero;
  • il rafforzamento dell’offerta formativa gratuita agli iscritti anche con la visione di incrementare la coscienza professionale e le competenze in ottica proprio del discorso sulle competenze avanzate.

 

Direi che il suo programma rappresenta una vera e propria rivoluzione,non le sembra un pò troppo ambizioso?

“Si in effetti c’è molta carne a fuoco. Sono tutti temi molto pregnanti, obiettivi che sicuramente avranno avversari strenui da parte di molte e diverse lobbie, ma io credo che tutto questo possa e debba essere praticato e perseguito e sopratutto che mai come in questo momento ci siano le condizioni oggettive per portare a casa dei risultati concreti per la professione.

Abbiamo difronte tre anni per lavorarci e se riusciremo a creare le giuste sinergie all’interno della professione e sopratutto se saremo in grado di eleggere una rappresentanza convinta e battagliera nessun traguardo è precluso.

Personalmente credo che a questo scopo l’alleanza con i cittadini, che sono e saranno i fruitori ultimi di questa vera e propria rivoluzione, sarà strategica e vada perseguita in ogni modo senza tralasciare il loro diretto coinvolgimento”.

 

Cosa si sente di dire agli infermieri della provincia di Roma?

“Credo che sia scontato il mio invito ad andare compatti e convinti al voto perchè guardi che per come la vedo io, il nostro futuro è nelle nostre mani ed anche un singolo voto può essere prezioso per orientare in una direzione o nell’altra.

Certamente l’invito a votare per me, anche perchè se riuscirò ad entrare nel prossimo consiglio direttivo sicuramente non farò mancare il mio impegno per i punti sopra citati.

Ma anche perchè la mia posizione di indipendente mi rende libero di poter portare queste istanze all’interno del collegio provinciale al di là di chi si affermerà.

Questo è un impegno che mi prendo difronte all’intera comunità professionale della provincia di Roma.

Esorto di nuovo tutti ad andare a votare e sopratutto a crederci!

Credere che una professione diversa e più consona al nostro profilo professionale è possibile ed è un dovere di tutti costruirla anche con un voto di fiducia data alla persona giusta”.

 

Grazie Angelo e…BUON VOTO!

 

Randolfi Massimo

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